Tra gli scavi di Pompei, spunta un Autogrill
E’ finito il tempo in cui si guardavano le rovine con nostalgia. Morto lo sguardo malinconico verso un passato lontano da cui trarre insegnamento. Scomparsi i versi in cui si inneggiava ad una semplice urna greca come simbolo di immortalità dell’ arte. Ora tutto viene inghiottito dalla smania di produrre il “ nuovo ” recidendo il cordone ombelicale con l’ antico. Non è niente da cui trarre insegnamento o che meriti di essere valorizzato; un fardello troppo pesante che grava sulle spalle di noi uomini d’ oggi, sempre proiettati verso il futuro, la crescita, il progresso. Andare avanti senza guardare indietro, ma soprattutto senza avere rispetto di ciò che è stato prima. E così è successo anche fra le rovine romane più conosciute al mondo, quelle di Pompei. Di inestimabile valore e fascino, questo sito provoca nel visitatore un’ effetto a dir poco strabiliante con la sua atmosfera rarefatta: come sfondo la vetta del Vesuvio, nascosto fra le nubi, e intorno calma piatta, interrotta solo dal brusio di qualche turista. Una sensazione di immobilità pervade tutto ciò che circonda il visitatore, quasi la lava avesse fermato il tempo a quel 79 d.C. In ogni angolo della città si trova un tesoro, un’ opera di rara bellezza che riempie anche gli occhi più inesperti, come le famosissime pitture della “ Villa dei Misteri “, con i tipici sfondi rossi, spettacolo difficilmente cancellato dalla mente del viaggiatore. Un timore quasi reverenziale viene destato nello spettatore che si sente un pellegrino di passaggio in una città assopita ma ancora pulsante di vita. Sembra quasi che il percorso lungo le strade di questa città sia un viaggio di riscoperta di se stessi; fa riflettere sulla possibilità di dialogo con il passato attraverso l’ arte, ma anche quanto questo legame con il presente possa essere spezzato facilmente tirando appena più forte lo spago che li unisce. Infatti, passeggiando lungo le vie del sito, l’ ignaro viaggiatore si avvicina sempre di più ad una casa, una in particolare attrae la sua vista. E’ qualcosa di conosciuto, benché impossibile in un sito di 2000 anni. Eppure la vista non inganna, ci si sente attratti, risucchiati verso quel posto, verso quell’ insegna rossa che continua a ronzare per la testa: la “ A ” di “ Autogrill ”. Non ci si deve stupire: il Ministero dei Beni culturali ha affidato all’ azienda leader nel settore della ristorazione la “ Casa Bacco ” , circa 300 mq al piano terra e circa 320 mq di terrazzo scoperto al primo piano, ubicata dietro al Foro, con la previsione di costruire in futuro un’ altro punto ristoro, per cui è stata già predisposta la gara d’ appalto; il tutto frutterà allo Stato circa 2,5 milioni di euro in sei anni, parte dei quali da destinarsi ad una borsa di studio per finanziare i restauri. Davanti a noi un’ altra prova del fatto che manchino i soldi per portare avanti i progetti culturali, ma non si era mai arrivati al punto di barattare il mero denaro con lo stesso patrimonio culturale. Chi abbia autorizzato la costruzione di questo mostro, questa cicatrice su un volto perfetto, non ci è dato saperlo; nessuna informazione ulteriore trapela dal sito della Sopraintendenza ai Beni Archeologici di Pompei, come se l’ affare fosse qualcosa di necessario per il turista, a tal punto da non aver bisogno di giustificazioni. Mai si negherà che le persone abbiano diritto a servizi di prima necessità all’ interno del sito, ma nel rispetto del luogo in cui questi sono ubicati. Il problema si rivolge soprattutto alle toilette, completamente assenti, più che ai punti ristoro, in quanto la maggior parte delle persone segue un percorso con tappe selezionate, stando all’ interno del sito circa due ore. In più, se pensiamo alla ingente quantità di rifiuti che verranno prodotti sia dallo stesso ristorante che dai visitatori, non è così improbabile immaginare Pompei come una vera e propria discarica a cielo aperto. Che le bellezze italiane debbano essere fruibili da parte del pubblico in sicurezza e agevolmente è un punto fermo e giusto della promozione e valorizzazione del patrimonio, purché questo venga in primo luogo tutelato e rispettato. D’ altra parte, è la stessa legge che evidenzia con chiarezza questo principio come fondamentale nella conservazione dell’ arte e che garantisce il diritto ai turisti di domani di un patrimonio intatto.
È una vergogna!
Un Autogrill DENTRO una casa dell’antica Pompei.
A questo punto, facciamoci anche un autofficina nella “Casa Di Pansa”
ahaha!” sembra paradossale ma c’e’ davvero.
Quasi quasi! 😉
Purtroppo ormai pare che sul mercato venga messo di tutto senza alcun tipo di rispetto per nulla, tanto meno per la nostra storia!