La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Auto-intervista di un cittadino uguale di fronte alla legge

Scritto da – 7 Settembre 2010 – 11:30Nessun commento

Guardandomi allo specchio, un giorno qualunque, in un momento qualunque, ho deciso di pormi le seguenti domande. Era il giorno nel quale cominciava a circolare la notizia e i dettagli dell’ultimo tentativo di Silvio Berlusconi di salvarsi la pelle e non essere processato per i presunti crimini commessi negli ultimi anni di vita politica e imprenditoriale. Ne ho fatto un’intervista personale, un’auto-intervista per intenderci.

Cos’è l’eguaglianza di fronte alla legge?

Uno dei principi fondamentali della Costituzione Italiana è il concetto di eguaglianza tra gli uomini di fronte alla legge. L’eguaglianza sta a significare che tra due o più entità si inserisce una relazione (di eguaglianza o diseguaglianza) in base ad un elemento comune che funge da termine di comparazione (tertium comparationis): in questo caso la legge.

Ti senti uguale a Berlusconi di fronte alla legge?

Non so se io sia uguale a Berlusconi di fronte alla legge, ma se la legge è uguale per tutti, allora i cittadini sono eguali, altrimenti logicamente sono da intendersi diversi! Per la Repubblica italiana, di fronte alla legge non vi è nessun privilegio per alcuno, non vi sono cioè posizioni di favore o di sfavore per le singole persone. La Costituzione quindi  vieta di trattare le persone in maniera diversa, perché sono poveri o ricchi, di sinistra o di destra, credenti o atei, maschi o femmine, garantendo in questo modo a tutti gli uomini e le donne la stessa dignità sociale.  Tutto questo è racchiuso nel primo comma dell’articolo terzo della carta fondamentale dello Stato italiano, quello che Berlusconi maledice con tutto il suo cuore, tutti i giorni. Almeno credo.

Cosa dice l’ultimo disegno di legge che vuole approvare Silvio Berlusconi?

Il disegno di legge, chiamato “processi brevi” per addolcirlo, prevede che i processi debbano durare al massimo sei anni e, siccome i gradi di giudizio sono tre, due anni per ogni grado. Questo varrebbe per tutti gli imputati incensurati (Berlusconi paradossalmente è un incensurato, nonostante le valanghe di processi in corso nei suoi confronti), accusati di reati punibili fino a dieci anni di carcere. Guarda caso Berlusconi è imputato per reati che non superano la detenzione di dieci anni di carcere.

Quindi quali reati verrebbero esclusi?

Il reato di mafia, di immigrazione, di…

No, scusa un attimo: il reato di mafia è equiparato al reato di immigrazione?

La domanda più giusta sarebbe: ma l’immigrazione è un reato? Quella clandestina sì, perché probabilmente non frega niente a nessuno di chi scappa dalla guerra o dalla miseria, di chi nel proprio paese è un perseguitato politico. L’immigrato è un criminale, come il mafioso. Punto e Basta! Questa equiparazione è necessaria affinché la Lega Nord voti il disegno di legge studiato da Berlusconi e dai suoi stretti collaboratori.

Ma la legge si applica anche ai processi in corso? Cioè ai processi già cominciati?

Pensa, c’è una piccolissima nota nella legge che afferma che i primi due anni (dei complessivi sei) non si calcolano dall’inizio della discussione giudiziaria, ma dal momento in cui viene firmato il rinvio a giudizio.

Cioè?

Cioè molti mesi prima che il processo cominci davvero. Quindi c’è meno tempo per il processo che deve farsi per forza di cose in due anni; di conseguenza i processo non viene concluso e quindi annullato. Siccome la legge si riferisce anche ai processi in corso, tutti i processi di Berlusconi decadranno, perché hanno già superato abbondantemente i due anni. Hai capito la fregatura?

Fregatura per chi?

Per noi cittadini comuni, poveri illusi, che crediamo che la legge sia uguale per tutti. In realtà no, non è uguale per tutti. Come ti dicevo all’inizio, questo è vietato dalla Costituzione Italiana che dice espressamente all’articolo tre: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”. In realtà Berlusconi sta scardinando questo principio, assumendone un altro, pericolosissimo: chi è potente non sarà mai processato! Tutti gli altri sono diversi da me e uguali fra loro.

Chi sarà punito e chi no?

Può sembrare strano, ma il disegno di legge non si applicherà per un piccolo reato di furto, ma si applicherà per i processi come Parmalat e Cirio. Chi ruba un euro, ad esempio, continuerà il processo fino alla condanna; chi ha invece defraudato le casse dello Stato e milioni di cittadini resterà per sempre impunito. Grazie a Silvio Belrusconi.

A quale conclusione e soluzione arrivi?

Alla solita: chi è potente è più uguale degli altri. I cittadini hanno il potere di destituirlo, con il voto o con il referendum. L’importante è che il popolo riconosca i suoi poteri, perché il popolo (per ora) rimane sovrano e quindi può decidere se Berlusconi sta facendo gli interessi di tutti o soltanto i suoi personali. Il problema è che Berlusconi, oltre ad essere il Premier, è anche padrone dei principali mezzi di informazione. Insomma, Berlusconi è in antitesi con la Costituzione, dalla A alla Z! La soluzione potrebbe essere una “rivoluzione culturale” che rimetta al centro il principio secondo il quale non è Berlusconi a comandare, ma è il popolo ad essere sovrano dunque è il popolo ad essere lo Stato.

Adamo Mastrangelo


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