La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Economia e teatro…a teatro. “Lehman Trilogy”, il poema epico sul Dio capitalismo

Scritto da – 15 Luglio 2014 – 15:552 commenti

Il teatro e l’economia, quanto di più agli antipodi si possa immaginare, riuniti in un unico testo teatrale. E’ stata questa l’idea di Stefano Massini, drammaturgo fiorentino classe 1975 e vincitore di diversi premi (Tondelli nel 2005 per “L’odore assordante del bianco” ed Ubu nel 2013 per il complesso della sua opera): mettere in scena l’asetticità e l’oggettività dell’economia attraverso il racconto della storia dei Lehman, quelli della famosa banca d’affari, la “Lehman Brothers”, che il 15 settembre 2008 diventò il più clamoroso caso di bancarotta su scala mondiale, ma soprattutto il principio di quella “crisi” di cui ancora oggi subiamo gli effetti. Prima di essere uno dei più grossi fallimenti finanziari della storia, quella dei Lehman è stata una storia di imprenditorialità, coraggio, successi ed immigrazione. Ed ecco allora che il tonfo di sei anni fa viene riletto (o forse, per alcuni, semplicemente e per la prima volta letto) alla luce di ciò che i giornali e le televisioni, catturati dall’immediatezza e dal clamore della notizia, non hanno potuto raccontare. Un tentativo di ritratto del volto nascosto (ma anche no) dell’economia, pennellato attraverso il racconto di vita, morte e miracoli di un’impresa nata nello Stato dell’Alabama come attività commerciale di prodotti tessili e di abbigliamento, ma che i tre fratelli emigrati negli Stati Uniti dalla Baviera sapranno ben condurre verso un futuro più roseo nella giungla della finanza di Wall Street. Presto il palcoscenico da Montgomery, Alabama diventerà New York City, la città che non dorme mai: presagio quanto mai sinistro dato che la dichiarazione di bancarotta arriverà alle due meno un quarto del mattino del 15 settembre 2008.

In scena a Milano dal 29 gennaio al 15 marzo prossimo al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello, “Lehman Trilogy” sembra avere i crismi per essere l’evento di spicco della stagione teatrale milanese che ci attende. Per la regia di Luca Ronconi, con, fra gli altri, Fabrizio Gifuni e Massimo Popolizio, “Lehman Trilogy” ha già potuto sperimentare il contatto con il pubblico nell’autunno scorso quando fu rappresentato al Thèatre du Rond-Point di Parigi. Ma l’appuntamento milanese darà il polso della critica italiana, nel primo teatro stabile della storia della penisola.

La storia del capitalismo vista attraverso gli occhi e la penna di una persona, Massini stesso, che l’economia proprio non ama: “La decisione di dedicare tre anni del mio tempo a raccontare un’epica economica è nata dal paradosso di non amare affatto l’economia”. Un’epica dice Massini, definendo lui stesso il genere della “pièce” di sua fattura: un poema epico ambientato in un tempo e in un luogo ben definiti. A differenza dei poemi epici che conosciamo, però, l’autore non vuole connotare di alcuna valenza morale i presunti crimini finanziari avvenuti ai piani alti degli “headquarters” di Times Square di Lehman Brothers. Vuole invece dare l’idea della capacità da parte della scienza economica di assecondare sempre e comunque, ma non sempre a ragione, le richieste di un mondo che si evolve e che la pilota fino all’inevitabile e dolorosa conclusione del 2008.

158 anni: la seconda metà dell’Ottocento e tutto il Novecento. Uno zig zag continuo fra Grandi Conflitti, Guerra di Secessione, 1929 e depressioni varie dei mercati finanziari. Ne hanno passate questi tre fratelli tedeschi…Ed è proprio l’oggettività utilizzata da Massini nel presentare la storia di questa impresa familiare che permette, a sentire Luca Ronconi, “di indirizzare il pubblico verso un percorso di conoscenza”, piuttosto che “presentare al pubblico una verità preconfezionata”. Contemporaneità e cronaca, ecco i due tranelli nei quali l’autore non è voluto cadere: non mera riproposizione dei fatti sul palcoscenico, ma chiave di lettura per potere decifrare il “nuovo culto”. Ebraismo e Bibbia perdono la loro influenza man mano che la narrazione procede, mentre il capitalismo pian piano prende posto nel cuore e nelle tasche dei protagonisti. Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: è più grave che si provi venerazione verso qualcosa che finisce nelle tasche della gente o che “capitalismo” e “cuore” riescano a stare nella stessa frase?

Andrea Greco


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