La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Anthony Mc Call : nelle sculture di luce, il respiro dell’Universo

Scritto da – 30 Agosto 2010 – 01:58Nessun commento

Immergersi nello spazio buio, contemplare raggi di luce che descrivono forme. Ascoltare il respiro ancestrale dell’universo. La serie Breath (The vertical works)di Anthony McCall è un percorso di sette sculture di luce che chiede al visitatore di essere attraversato più che guardato. Sette proiettori a dieci metri da terra generano fasci luminosi verticali e costruiscono pareti luminose nello spazio buio, pervaso di foschia. Luce, spazio e tempo sono gli elementi poetici dei Solid Light Films, installazioni a metà strada tra scultura e cinema: scultura perché modificano e costruiscono lo spazio, cinema perché in costante anche se quasi impercettibile movimento. Cerchi, linee ed ellissi si contraggono e si espandono: respirano. E allo stesso tempo sono respirate: la presenza viva del visitatore ne modifica la forma muovendo il vapore acqueo che dà loro (in)consistenza tridimensionale. Anthony McCall (1946) inizia la sua carriera artistica lavorando tra il cinema e la performance nell’Inghilterra degli anni Settanta e diventa ben presto una delle voci più interessanti del cinema “avant- garde” londinese. Trasferitosi a New York nel 1973, un giorno  osserva il fascio di luce generato dal proiettore cinematografico e comincia a pensarlo come forma scultorea pura. Da qui nasce Line Describing a Cone (’73), il primo dei Solid Light Films, nuovo approccio all’arte concettuale e al cinema:  “Cominciai a pensare alle possibilità di un film  che possa condividere lo stesso tempo del suo pubblico, invece di descrivere un tempo già trascorso nel passato”. La sua opera evolve nel tempo dai primi esperimenti a pellicola all’uso di file digitali e nell’orientamento del fascio luminoso da orizzontale a verticale.

Dopo una lunga assenza di McCall dalla scena artistica, negli anni Novanta l’interesse del pubblico per la sua opera si risveglia, dando avvio a una serie di esposizioni personali nei più prestigiosi musei e gallerie del mondo, dal Moma di New York alla Serpentine Gallery di Londra e al Centre Pompidou di Parigi.

Per arrivare allo straordinario palcoscenico milanese dell’Hangar Bicocca, uno dei pochi spazi espositivi al mondo così grande da poter ospitare una serie completa dell’artista e che tra l’altro ha commissionato appositamente una delle opere in mostra, Meeting you Halfway.

Lo spazio dell’Hangar dialoga con le sculture di McCall in modo affascinante, cattedrale industriale che ospita nella navata centrale l’installazione permanente I Sette palazzi celesti  di Anselm Kiefer. Ispirato a un antico trattato di letteratura mistica l’opera di Kiefer simboleggia le Sette Stanze da attraversare dopo aver percorso i Sette Cieli per arrivare alla presenza di Dio. Sette Cieli e Sette Stanze, le sculture di luce di Mc Call e i Palazzi celesti di Kiefer: il paragone è forse legittimo.

Il visitatore è chiamato ad interagire con le opere, a costruire un cammino violando con la sua presenza fisica le pareti di luce. Quelle sculture che dall’esterno gli si presentano come coni luminosi – la forma “divina” che da un unico punto di luce si dilata all’infinito -, viste dall’interno sono mondi a sé stanti, di cui non occupa che una piccola parte, sovrastato dal quieto moto dell’aria e dell’acqua.

Entrare nel cerchio magico disegnato sul pavimento da linee di luce che proteggono, imprigionano, si intersecano, si riaprono è un’esperienza sottilmente misteriosa e lirica. I Solid Light Films non hanno la fredda nitidezza delle opere minimaliste, ma sono percorse dal respiro pulsante della vita.

C’è qualcosa di immortale nell’opera di McCall, la scomposizione del cosmo nei suoi elementi originari ed essenziali: la dialettica infinita di luce e tenebra, tempo e spazio.

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