La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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La Teoria del Tutto: Eddie Redmayne nell’universo di Stephen Hawking

Scritto da – 11 Marzo 2015 – 16:43Nessun commento

the-theory-of-everything-movie-wallpaper-7Sale i gradini del Dolby Theater incredulo e con gli occhi lucidi, emozionato come un bambino, abbraccia Cate Blanchett esplodendo in una gioia contagiosa, facendo sorridere tutti: l’incontenibile felicità di Eddie Redmayne agli Academy Awards 2015 è tra le cose che più rimangono impresse nella mente dello spettatore. E’ giovane, Eddie, ma il suo talento è notevole, e finalmente il mondo se n’è reso conto grazie ad uno dei più bei film dell’ultimo anno: The Theory of Everything. Il film è uscito nelle sale italiane il 15 gennaio con il titolo La teoria del tutto e racconta la storia di uno dei più grandi personaggi esistenti, Stephen Hawking, celeberrimo fisico, cosmologo, matematico e astrofisico che ha rivoluzionato la concezione del mondo e dell’universo attraverso gli studi sui buchi neri.

Quando un film incontra la vita reale, assistiamo ad un mix di arte e realtà difficile da mantenere in equilibrio e che molte volte rischia di far risultare l’opera troppo ricamata o, al contrario, piatta e noiosa. Se, come diceva il grande Hitchcock, il cinema è la vita con le parti noiose tagliate, l’intento di un film deve proprio essere quello di interessare lo spettatore fino all’ultimo fotogramma, ma senza farlo dubitare nemmeno per un secondo della sua veridicità.

La teoria del tutto è un biopic sulla vita di Hawking, sulla sua carriera universitaria, i suoi primi studi e il suo primo grande amore, Jane Wilde. Un film che vuole mostrare non solo la grandezza di un personaggio straordinario ma anche la trasformazione di un’intera vita, il passaggio dalla gioventù all’età adulta, dal semplice al complesso, dall’ordinario allo straordinario, dalla salute alla malattia.

Credo che Eddie Redmayne abbia interpretato molto bene il mio personaggio. A tratti credevo di essere io”  così si è espresso Hawking sull’interpretazione del giovane talentuoso attore, che già aveva saputo farsi notare nel ruolo di un altro personaggio realmente esistito, Colin Clark, in Marilyn, e nel kolossal musicale diretto da Tom Hooper Les Miserables nei panni di Marius Pontmercy.

Ma cosa ha dovuto affrontare realmente Redmayne per entrare nell’universo di Stephen Hawking? Non è la mimica a stabilire una perfetta interpretazione, l’attore non può e non deve abbandonarsi allo “scimmiottare” le movenze di un personaggio per apparire convincente. Un attore deve vivere in un corpo non suo come se lo facesse da sempre. Eddie Redmayne si è trovato a dover affrontare un cambiamento radicale del suo corpo e delle sue capacità motorie, nonché della sua mente e della sua vita. Un’esperienza che non dimenticherà molto facilmente.

L’incredibile trasformazione di Redmayne inizia soprattutto con l’interiorizzazione di una malattia ancora non del tutto visibile. Stephen Hawking era un ragazzo completamente sano che si è ritrovato poco a poco a dover combattere contro la cosiddetta malattia degenerativa dei motoneuroni, che ne compromette la funzione di governo della contrazione muscolare.
Interpretare un personaggio che inizialmente non presenta alcun handicap e che piano piano si ritrova a vivere in un corpo che non risponde più a nessun comando e subisce una lenta atrofia muscolare è senza dubbio una sfida davvero imponente ed un’esperienza difficile da dimenticare.
Eddie Redmayne racconta “Facevo delle foto a Stephen e i professionisti che avevo accanto cercavano di analizzare come si manifestava la malattia. Nella fase successiva ho lavorato con una coreografa e insieme abbiamo riflettuto su come interpretare la malattia a livello fisico e farla entrare artificialmente nel mio corpo”.

Redmayne ha dovuto capire e interiorizzare le quattro fasi di questa malattia: la normalità, poi un bastone, poi due, poi una sedia a rotelle e la perdita della voce. La sfida più dura però è stata proprio quella di affrontare le fasi di questa malattia in modo non cronologico. Un film, si sa, non può essere girato scena per scena come poi apparirà al pubblico, perciò il giovane attore ha dovuto imparare ad interiorizzare al meglio tutte le fasi della malattia per poterle rappresentare al meglio in qualsiasi momento della giornata.

“Dovevo passare da una fisicità all’altra nell’arco di un solo giorno. Al mattino mi trovavo ad interpretare un giovane sano Hawking, all’ora di pranzo mi reggevo su due bastoni e nel pomeriggio mi muovevo con una sedia a rotelle”. Eddie Redmayne ha completamente messo da parte il suo corpo e la sua personalità per poter entrare nell’universo di un uomo straordinario come Stephen Hawking, che dichiara: “Credo che l’impegno di Eddie avrà un notevole impatto emotivo”.

Ed è stato proprio Hawking il primo a congratularsi con il giovane attore per la meritatissima vittoria agli ultimi Academy Awards e anche per il suo commovente e sentito discorso di ringraziamento, in cui Redmayne dedica il premio ai malati di SLA.

Di sicuro il suo nome diventerà sempre più noto ed amato proprio per questa grande performance e per i successivi ruoli che il giovane attore si appresta ad interpretare, come quello di Lili Elbe, prima persona nella storia ad essere stata classificata come transessuale e prima ad essersi sottoposta ad un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale, nel film The Danish Girl, diretto nuovamente da Tom Hooper.

Il mondo del cinema deve tenersi stretto questo “ragazzo d’oro”, questo attore dall’indubbio talento che ha saputo impersonare fisicamente ed emotivamente una figura importante e famosa come quella del grande Stephen Hawking.

Marika Di Carlo


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