Milano, Porta Tosa (odierna Porta Vittoria)
Chi di voi ha i nonni milanesi DOC forse ha provato a sentir chiamare l’attuale Porta Vittoria con il vecchio nome di Porta Tosa. Questo termine, che in dialetto meneghino significa ragazza, viene spesso collegato con il fatto che il noto rione milanese aveva un tempo un’alta concentrazione di leggiadre e belle fanciulle, ma la spiegazione etimologica non è affatto questa! Difatti anticamente il corso di porta Vittoria era chiamato “Borgo di Porta Tonsa” per via di un rilievo scultoreo del XII secolo, sovrastante la porta stessa, che ritrae una bizzarra e impudica figura femminile, immortalata nell’atto di radersi il pube con un rudimentale rasoio. Questa insolita raffigurazione potrebbe rappresentare una pena anticamente inflitta alle adultere e alle prostitute oppure un’usanza di derivazione celtica secondo la quale le donne dovevano mostrare le vulve rasate per scacciare il malocchio. Dunque “tonsa” sta per “rasata”. Secondo un’altra vecchia leggenda, la scultura (custodita, dopo la distruzione della porta, presso il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano) ritrarrebbe Beatrice di Borgogna, la moglie dell’imperatore Federico Barbarossa, che aveva raso al suolo Milano. Con il tempo il termine “tonsa” fu addolcito in “tosa”.
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