La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Crisi, si riparte dalla Cultura: Milano apre un nuovo museo negli spazi industriali dell’ex-Ansaldo

Scritto da – 30 Aprile 2013 – 16:48Un commento

“Con la cultura non si mangia” diceva Tremonti nel 2010 per giustificare i tagli agli investimenti culturali. Bugia. Uno studio European House-Ambrosetti dimostra, pochi mesi dopo, che l’impatto economico di ogni euro investito nel settore culturale genera 2,49 euro di risultato economico diretto, indiretto e indotto. Già nel 2006 il rapporto UE/KEa intitolato l’Economia della cultura in Europa provava a dare una lettura ampia e sistematica dell’intero settore delle attività culturali e creative: l’intero comparto in Europa vale più di 654 miliardi di euro, fattura più del doppio di tutta l’industria dell’automobile e contribuisce al PIL europeo più di tutte le attività immobiliari. Insomma, la cultura può diventare fonte di sussistenza per un paese, alimentarne la vita economica, incrementare il turismo e generare nuovi posti di lavoro. Forse qualcuno l’ha capito, e sta cominciando a dare il buon esempio. Sto parlando dell’assessore alla cultura Stefano Boeri e della sua città, Milano. In controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo a Roma, Napoli e perfino a Bruxelles, dove i musei chiudono sotto la scure dei tagli, Milano aprirà nella primavera 2013 il Museo delle Culture Ansaldo. Vogliamo crederci, perché l’apertura di un nuovo polo culturale, che tra l’altro rimette in discussione il concetto stesso di museo come statica esposizione di una collezione per diventare Forum delle Culture, spazio aperto alla condivisione e alla circolazione delle pratiche artistiche, significherebbe inaugurare un circolo virtuoso per la vita intellettuale della città, che da dieci anni langue nei cantieri deserti per Expo 2015. Insomma, qualcosa si rimette in moto, e in grande stile.

La Città delle Culture, nell’enorme spazio industriale di cinquemila metri quadrati dell’ex-Ansaldo, è quasi pronta, ma la sua storia è già lunga. L’archistar inglese David Chipperfield (premio Mies van Der Rohe 2011) vinceva il concorso per riprogettare la fabbrica in zona Tortona più di dieci anni fa: il bando è del 1999, amministrazione Albertini. L’assessore di allora, Salvatore Carrubba, e il direttore centrale Alessandra Mottola Molfino avevano in mente ben altro progetto da quello che sarà effettivamente lo Spazio Ansaldo. In effetti, nel frattempo, molte cose sono cambiate. Il Museo delle Culture Extraeuropee era infatti destinato ad ospitare le collezioni extraeuropee della città di Milano, oggi esposte in varie sedi museali come il Castello Sforzesco e la Pinacoteca Ambrosiana, in vista di un – mai realizzato – ampliamento delle stesse raccolte.

Il progetto per Ansaldo viene ridiscusso e finalmente avviato nel 2011 con l’inizio dell’assessorato di Stefano Boeri. La fisionomia del Museo cambia volto. Sarà <<l’hub del contemporaneo>>: uno spazio duttile per mostre temporanee che metteranno in dialogo le diverse culture del mondo, con un’impronta interdisciplinare. L’Ansaldo avrà come modello il Moma di New York, i grandi musei di Chicago e Bruxelles, ma sarà un museo unico nel suo genere nel raccontare le culture del pianeta, facendo dialogare presente e passato. Realizzare un museo etnografico in senso stretto, sul modello di Quai Brainly a Parigi, non avrebbe senso per la storia stessa dell’Italia, che non ha collezioni civiche paragonabili a quelle di un grande paese coloniale come la Francia. Piuttosto, il contemporaneo sarà il terreno di confronto tra le varie arti. Diverse sono le domande che un museo etnografico deve porsi nel nuovo millennio: innanzitutto per chi viene fatto? Chi ha il diritto di raccontare le culture degli altri? Come si confronta un museo etnografico con un mondo transculturale e transanazionale? Ciò che emerge è l’impossibilità di farlo presentando un modello statico e storicizzato: il museo deve muoversi insieme alla cultura che gli dà sostanza e, pur riservando una parte alle collezioni storiche, fornire pluralità di visioni attraverso strumenti flessibili come mostre temporanee, conferenze e manifestazioni culturali in un grande laboratorio del pensiero contemporaneo.

Come sarà strutturata la Città delle Culture? Strategicamente è posizionata in zona Tortona, il quartiere del design e della moda, capace di richiamare un pubblico internazionale durante il Salone del Mobile o la Settimane della Moda e del Design. In particolare lo Spazio Ansaldo è già interessato da alcuni episodi di riconversione dello spazio industriale: la presenza dei laboratori di scenografia della Scala, delle Officine Creative Ansaldo (OCA) e del Museo della Marionetta dei Colla hanno avviato la sua trasformazione in vero e proprio distretto culturale.

Al piano terra gli spazi di dialogo e confronto per le persone come la Sala Riunioni per il Forum delle Culture, che ospiterà l’incontro di 500 associazioni da 80 paesi del mondo, la Sala Conferenze, un grande spazio per la didattica, una biblioteca, una mediateca, un caffè/shop. Gli spazi funzionali degli ampi depositi e il laboratorio di restauro lo renderanno un caso unico in Italia di restauro di materiali etnografici, associando alla conservazione dei materiali corsi di formazione specifici.

Il primo piano ospiterà invece la scenografica vetrina curva che, attraverso una linea del tempo e una selezione di documenti, racconterà tre storie intrecciate: i rapporti dell’Europa con il resto del mondo, dalla scoperta dell’America in avanti, la storia delle collezioni etno-antropologiche e infine la situazione milanese attraverso momenti collezionistici specifici. Intorno alla vetrina si raccoglieranno diversi spazi espositivi per le mostre temporanee e a la collezione permanente. Al terzo e ultimo piano un ristorante avrà funzione di accoglienza raccontando attraverso il cibo la tradizione gastronomica milanese.

Un automa a forma di diavolo, coralli e animali impagliati: sono solo alcuni degli oggetti della collezione del canonico Manfredo Settala, museo etno-antropologico ante litteram (risale al diciassettesimo secolo) e cuore della collezione permanente della Città delle Culture, intorno ai quali si costruisce la storia della Wunderkammer declinata nel contesto milanese. La collezione, oggi divisa in tre grandi musei di Milano, cioè il Castello Sforzesco, la Pinacoteca Ambrosiana e il Museo di storia Naturale, tornerà finalmente riunita per ricostituire in modo filologico uno degli episodi più significativi del collezionismo privato, ricordando come l’identità della città sia costruita sullo scambio tra culture. Oggetti provenienti dalle Civiche Raccolte saranno poi prestati ed esposti a rotazione. Le esposizioni temporanee saranno dedicate al complesso tema dell’interculturalità nel mondo contemporaneo a partire da tematiche come la famiglia o l’apartheid.

Curatore della mostra inaugurale, e annunciato direttore artistico del museo, il cui direttore amministrativo sarà invece Marina Pugliese (Museo del Novecento), è Francesco Bonami, con un’esposizione ispirata alla storica mostra del Moma di New York “The family of man”, curata nel 1955 da Edward Steichen. Okwui Enwezor, membro del comitato scientifico di Ansaldo e direttore dell’Haus der Kunst di Monaco, porterà ad Ansaldo una mostra dedicata a “The rise and fall of apartheid”, intrecciando i rapporti del museo milanese con Monaco e New York. Il programma didattico del museo è strutturato in collaborazione con le comunità coinvolte nei progetti e ospiterà corsi di lingue e corsi di italiano per stranieri.

L’obiettivo, ambizioso ma entusiasmante, del Museo delle culture di Milano è proprio quello di diffondere la cultura per generare idee nuove dall’incontro di identità differenti. Il sapere serve a qualcosa se può essere condiviso e confrontato. La cultura non può e non deve essere un valore astratto, riservato a pochi eletti, ma uno strumento accessibile a tutti e in grado di dare opportunità e posti di lavoro per portare avanti un discorso serio e coerente. La ricostruzione di un mondo in crisi, prima di essere economica o materiale, deve essere culturale.

 

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