La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Golden Globes: Israele porta a casa una nomination

Scritto da – 16 Dicembre 2014 – 18:59Nessun commento

Gett 1BE’ER SHEVA – Una bella sorpresa, nemmeno troppo inaspettata, sbarca in smoking dagli USA sotto il sole di Israele. Infatti giovedì scorso, quando sono state ufficializzate dalla Hollywood Foreign Press Association le nominations ai Golden Globes, il film israeliano Gett: The Trial of Viviane Amsalem è risultato in gara come miglior film straniero di questo 72esimo allestimento del Premio. Il divorzio-dramma firmato dai fratelli Ronit e Shlomi Elkabetz si era già guadagnato recensioni a dir poco entusiastiche sia durante la proiezione di Cannes, all’inizio del mese di maggio, che al Toronto International Film Festival. E poi? E poi, siccome una statuetta tira l’altra, ha pure vinto il premio del Miglior Film del 2014 agli Ophir Awards, l’equivalente mediorientale della American Academy Awards, e oggi si trova in corsa, in qualità di candidato israeliano, per il Best Foreign Language Film all’87esima edizione degli Oscars (con bandiera italiana, invece, corre Il capitale umano di Paolo Virzì), cui cerimonia avrà luogo il 22 febbraio del prossimo anno.

Sulla scia stilistica dei classici Madame X e Anatomia di un omicidio, il lungometraggio prosegue la ormai decennale epopea di una donna di nome Viviane Amsalem, interpretata dalla stessa Ronit Elkabetz, che prima in To Take a Wife, poi in The Seven Days, ora in Gett lotta contro il coniuge passivo-aggressivo Elijah (Simon Abkarian) e il Gran Rabbinato di Israele per porre fine al proprio matrimonio (“gett” è l’atto di divorzio). Tutto girato in un’aula di tribunale sapendo alternare, con giudizio, la tragedia più graffiante a un’amara commedia, il film utilizza primi piani intensi e una telecamera fissa per costringere gli spettatori all’interno dell’infelicità della protagonista. Insomma, mette una mano al collo di chi guarda lo schermo e, accuratamente, stringe. Dal primo all’ultimo giorno, il processo ruberà a Viviane cinque anni della sua vita. La metà di un decennio di frustrazione, ostruzionismo e umiliazione durante la quale rimanere a testa alta sognando, forse un giorno, di poter infine riprendere le redini della propria esistenza.

Gett 2Aver visto i precedenti capitoli della trilogia non è affatto un requisito fondamentale perché si riesca a comprendere cosa sta accadendo ai personaggi o per quale motivo. Lo è, tuttavia, sapere che lo stato di Israele non possiede né matrimoni né divorzi che siano civili: il matrimonio è regolamentato dal rabbinato ortodosso, unica autorità in diritto di officiare unioni e concedere separazioni (pur sempre con previo consenso del marito) alle coppie ebree. L’incompatibilità caratteriale non è certo ragione legalmente riconosciuta. A contendersi il globo, altre quattro pellicole drammatiche provenienti da Svezia (Force Majeure di Ruben Östlund), Russia (Leviathan di Andrej Zvjagincev), Polonia (Ida di Paweł Pawlikowski) ed Estonia (Tangerines di Zaza Urushadze). Il galà di assegnazione dei premi, condotto dalle comiche del Saturday Night Live Tina Fey e Amy Poehler, si terrà l’11 gennaio 2015 al Beverly Hilton Hotel in Beverly Hills (in diretta sull’ NBC). Nel frattempo The Affair, l’acclamata serie TV del network statunitense Showtime creata dal produttore israeliano Hagai Levi (già ideatore, regista e produttore di BeTipul, serie-format che ha lanciato gli adattamenti stranieri intitolati In Treatment) assieme a Sarah Treem, ha raccolto ben tre candidature ai Golden Globes per migliore attrice in una serie tv drammatica (Ruth Wilson), miglior attore in una serie tv drammatica (Dominic West) e per miglior serie TV drammatica (in lizza anche Downton Abbey, Game of thrones, The good wife e House of cards).

Stefania Ilaria Milani


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