La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Elezioni 2013, e adesso? Scenari futuri.

Scritto da – 26 Febbraio 2013 – 15:36Un commento

L’affluenza al voto è del 75%, superiore alle previsioni. E anche su questo i sondaggi hanno perso. Tutto è andato in maniera imprevedibile, e non si possono trarre conclusioni effettive.  Quello che è certo è che il Pd sia stato nettamente ridimensionato, il Pdl ha ottenuto molto più del previsto e il Movimento 5 stelle ha largamente trionfato. Anche Monti dal canto suo ha visto ridimensionarsi le aspettative, ma guadagna comunque il 10% circa. Ma consideriamo concretamente i numeri relativi alle percentuali di Camera dei Deputati e Senato :

Camera Senato

Pd            29,54            31,6

Pdl           29,13            30, 66

M5S        25,5              23, 79

Monti      10, 5              9,1

Riv. civ   2,3                 1,8


Fattore governabilità

Com’è evidente la differenza tra i due principali partiti è risicatissima, si tratta davvero di qualche decina di migliaia di voti. E se l’attuale legge elettorale permetterebbe comunque a Bersani di poter gestire una discreta maggioranza alla Camera (grazie all’ampio premio di maggioranza che gli verrebbe conferito), non è lo stesso per il Senato. Infatti il numero dei senatori appartenenti all’area Pd dovrebbe essere superiore a quello del Pdl, di forse due o tre al massimo.

Insomma se il Pd ha la possibilità di monitorare la situazione alla Camera, in Senato domina la confusione, e così non si può governare.

Scenari futuri

Stampella Monti– Occhi puntati su Bersani, che si troverà impreparato. Impreparato poichè confidava in una vittoria di larga misura, e considerava, eventualmente, l’ipotesi estrema della stampella Monti. Ma, di fatto, adesso, anche l’eventuale stampella Monti sarebbe inutile, perchè quello scarso 10% montiano aggiungerebbe troppo poco al piatto del Pd, che anche così non otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi in Senato.

Governissimo– In molti hanno già iniziato a parlare di tale eventualità. Il momento è di grave crisi e quindi si potrebbe optare per un governo di larghe intese tra le due coalizioni principali. Insomma con il sostegno di Napolitano, ci sarebbe la remota possibilità che Bersani e Berlusconi diano vita ad un organo governativo che si occupi, quantomeno, delle tematiche più urgenti (la legge elettorale prima di tutto), con il fiato dei grillini sul collo.

Alleanza con grillo- Piuttosto che un governissimo col Cavaliere, Bersani sarebbe disposto a verificare la possibilità di lavorare insieme agli sconosciuti grillini. Ma questi saranno disposti a lavorare con il Pd? Hanno raggiunto il 25% schierandosi contro la partitocrazia e sarebbe senz’altro un colpo di scena se adesso, appena messo piede in parlamento, cedessero alle pressioni dell‘inciucio.

Nuove elezioni– Potrebbe avvenire che nessuna intesa si possa delineare, e allora sarà compito del Presidente della Repubblica quello di sciogliere le camere, e indire nuove elezioni.

Punto di domanda M5S

Ci si aspettava un grande risultato, questo era chiaro. Si parlava di 15, 16, addirittura del 20%. Nessuno aveva parlato di 25%. Attualmente il M5S è addirittura il primo partito in Italia, superando il Pd. La prima domanda è, chi sono i grillini? Qual’è la loro consapevolezza politica?

Nelle prime interviste i neodeputati annunciano un possibile colloquio con i partiti che si rinnoverà di volta in volta. Ma nelle sue prime dichiarazioni Grillo ha già parlato di Bersani e Berlusconi come di due falliti, che avranno al massimo sette o otto mesi di vita. Dove sta la verità? I grillini si omologheranno alla tradizionalità del sistema politico (come fece la Lega Nord)?

Ciò che è chiaro è che se così non sarà le possibili conseguenze saranno due: o il castello costruito da Grillo crollerà alla prova con la politica applicata, oppure a crollare saranno i vecchi partiti, e allora sarà rivoluzione vera.

Chi ha perso e chi ha vinto

La verità è che hanno vinto quasi tutti. Certo, storceranno il naso gli elettori del Pd, perchè questa doveva essere la volta in cui si vinceva facile, eppure non è stato così. Il centro sinistra si è divorato il vantaggio che aveva fino a poche settimane fa e ora mantiene il primo elettorato d’Italia (ma superiore di una sola manciata di voti rispetto a quello del Pdl). Il Pdl, appunto, doveva definitivamente uscire dai giochi, e invece no, è rinato non si sa come, e nella politica italiana non si potrà fare niente senza passare da Berlusconi.

Grillo ha stravinto, il M5S è il primo partito italiano.

Insomma vincono tutti, la politica e l’antipolitica: un pò meno il Pd che è quello che stando ai voti, se pur di poco, vincerebbe davvero. Inoltre se i vecchi partiti sono stati circondati, ed è vero, dimostrano che anche da circondati potrebbero adattarsi, e già si parla di governissimo.

I veri sconfitti sono quelli che in Parlamento non ci potranno più entrare, si tratta anche di nomi eccellenti, su tutti Gianfranco Fini e Antonio Di Pietro (eppure all’epoca era stato l’unico a capire il fenomeno Grillo e a dimostrare di essere disposto a dialogare con lui).

Ingroia, infine, non avrà modo di varcare il soglio della Camera, e bisognerà monitorare cosa deciderà di fare a questo punto della sua carriera da magistrato lasciata in sospeso.

 

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