La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » Humanae Litterae

Il lungo cammino della coscienza: Hugo, Verga e Saramago ci guidano verso un’idea di umanità

Scritto da – 1 Febbraio 2013 – 18:20Un commento

«Parigi ha un fanciullo e la foresta ha un uccello; l’uccello si chiama il passero e il fanciullo il monello. Accoppiate queste due idee che contengono l’una tutta la fornace, l’altra tutta l’aurora, sfregate l’una contro l’altra queste scintille, Parigi, infanzia e ne sprizzerà fuori un piccolo essere». La preoccupazione quasi ossessiva di Victor Hugo per i monelli raggiunge, nel capolavoro del romanticismo francese I Miserabili, il suo apice. I troppi fanciulli abbandonati di cui traboccavano le strade di Parigi rappresentavano un grave problema sociale e un serio imbarazzo per una nobiltà che odorava di bergamotto e che andava alle feste. Hugo dipinge un quadro formicolante di allegria – forse per non indurre un’inutile compassione – di una città invasa da frotte di ragazzini che si dovevano arrangiare per tutto. Ma il monello di Hugo era in fondo l’anima stessa di Parigi. Senza i monelli, Parigi sarebbe stata una madre triste a cui avessero strappato i figli.

Le pagine in cui viene descritta la giornata scanzonata di un monello suscitano in chi le legge ora un’impressione quasi di felicità e di leggerezza, come se il fatto di per sé tragico di non possedere assolutamente niente fosse stato in realtà l’unico presupposto per poter godere di tutto. Il tono farsesco non voleva però far dimenticare la crudezza di una vita passata soffrendo la fame. La canzoncina, che seguiva la filastrocca, nascondeva negli intenti dello scrittore accuse violente ad una nobiltà obsoleta e accidiosa che non faceva nulla per risolvere quella piaga vergognosa. Non poteva quindi che far vibrare le coscienze una frase di questo tipo, «Sotto Luigi XV, i fanciulli scomparivano a Parigi».

Le condizioni pietose di un bambino abbandonato nella Parigi dell’Ottocento non facevano nemmeno lontanamente il pari con ciò che aspettava, sul finire dello stesso secolo, una donna lavoratrice in Sicilia. E se prima ogni tanto il genio di Hugo ci poteva far sorridere, perfino di fronte ad una disgrazia, ora non ne saremmo più in grado. «Forse sarebbe stata bella, se gli stenti e le fatiche non avessero alterato profondamente non solo le sembianze gentili della donna, ma direi anche la forma umana». La Nedda di Giovanni Verga apre una raccolta di storie che inaugura la stagione del realismo italiano. Lentamente la nube di giovialità romantica si è dissolta per lasciare il posto ad una serietà decisamente più greve, d’acciaio. Discendiamo in un mondo cupo, con poca, pochissima luce. A Nedda dolgono le mani per le tante ore di lavoro e duole anche l’anima per i patimenti di trovarsi a contare i centesimi e a rendersi conto che non bastano. Nedda se ne sta, stretta nei suoi quattro stracci, ad ascoltare le commari che hanno ancora la forza di chiacchierare, pensando alla madre che sta per morire. Le dispiacerebbe se dovesse succedere, ma vorrebbe anche dire avere una bocca in meno da sfamare. «Fra tutte le miserie del povero c’è anche quella del sollievo che arrecano quelle perdite più dolorose pel cuore!». A Nedda capitano tutte le sciagure possibili. Perde la madre, rimane vedova di un giovanotto che si era offerto di condividere con lei le sofferenze, e non riuscirà neppure a veder vivere l’unica figlia nata durante il suo breve matrimonio. Questi, di Verga, sono racconti di persone che non hanno avuto altra sfortuna nella loro vita che di venire al mondo.

Qualche barlume di speranza emerge invece dalle pagine di uno che l’amarezza – e la felicità – della vita dei campi l’aveva provata sulla sua pelle quando era ancora troppo piccolo per assaggiare la miseria e troppo grande per scordarsene. Trattasi dell’unico portoghese insignito del Nobel, José Saramago. Saramago ha raccontato le vicende del Portogallo in diversi libri. Tuttavia io credo che solo in uno egli sia riuscito a rendere palpabili le oppressioni della dittatura di Salazar. Lo ha fatto, magnificamente, in Una terra chiamata Alentejo. Si è trattato davvero di un periodo buio nella storia di questo piccolo paese, ignorato pressoché da tutti, sia il paese che il periodo s’intende. Il regime, che è durato per quasi quarant’anni, dal 1932 al ‘68, si sovrappone nella narrazione ad un’oppressione ben più lunga del popolo portoghese. La schiavitù plurisecolare di chi viveva nel latifondo e del latifondo viene vista attraverso la lente di alcune generazioni di braccianti del sud del Portogallo. I Mau-tempo (significativamente, “i Maltempo”). Pian piano i corpi di questa gente si stancheranno. Fermenteranno e si leveranno voci di insoddisfazione. Maturerà come il grano d’estate una volontà di cambiare le cose. Purtroppo una mancanza di abitudine a questo genere di rivolte rende meno esperti sulle conseguenze e così, dopo aver tentato di mandare gambe all’aria secoli di storia, si farà strada la consapevolezza che per quanto certe ingiustizie brucino, si dovrà imparare a convivere con esse.

Forse potrebbe interessarti:

  • No Related Posts

Facebook comments:

Un commento »

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.