Il mondo continua a sparare italiano
L’export italiano di armi non conosce crisi. Dopo il boom del 2008, nello scorso anno si è raggiunto un nuovo record: un aumento pari al 50 % delle autorizzazioni alle esportazioni definitive, 3046 milioni nel 2008 e 4914 milioni nel 2009. Cresce anche il valore delle esportazioni effettuate, 2205 milioni, contro i 1772 dell’anno precedente.
L’Italia guadagna così il quinto posto nella classifica mondiale dei paesi esportatori di armamenti, risalendo dal settimo occupato nell’anno 2008. Nella relazione annuale presentata al parlamento (http://www.governo.it/Presidenza/UCPMA/Rapporto2009/rapporto2009.html) si può trovare, oltre all’elenco dei paesi compratori e degli armamenti esportati, anche la lista delle cosiddette “banche armate”, ovvero quegli istituti di credito operanti sul suolo italiano coinvolti nella compravendita. Considerando il trend in continua crescita, l’operare nel settore armiero appare una scelta potenzialmente molto redditizia. Gli istituti maggiormente coinvolti sono il Banco di Brescia Spa, che si aggiudica il 32,37% delle autorizzazioni per le esportazioni definitive, seguito da Deutsche Bank, 23,73% e da BNP Paribas succursale Italia, 21,20%.
Tra i paesi importatori che non appartengono alla Nato o all’Unione Europea, secondo in classifica per esportazioni effettuate- con un totale di 83,52 milioni di euro- ecco posizionarsi l’Iraq. Nonostante la legislazione in materia di armamenti vieti esportazioni in paesi in stato di conflitto armato. Nonostante sia in vigore un embargo posto dalle nazioni unite nel 1990 (con l’eccezione di vendita richiesta dal governo Iracheno o dalla forza multinazionale). Nonostante tra gli otto criteri (non giuridicamente vincolanti) formulati dal Codice di Condotta Europeo, ci sia il divieto all’esportazione verso quei paesi in cui sussista “rischio che il materiale di armamento possa essere sviato all’interno del paese” e la “necessità che le esportazioni siano compatibili con la capacità tecnica e tecnologica del paese”. Eppure “armi o sistemi d’arma di calibro superiore ai 12,7mm” e “ navi da guerra” sono giunti a destinazione nel 2009, dopo l’autorizzazione rilasciata nel 2007.
Guardando invece all’export futuro, in termini di autorizzazioni rilasciate nel 2009, anche nell’anno passato si è autorizzata l’esportazione di armamenti verso la Libia, per un totale superiore ai 110 milioni di euro. Tra i materiali autorizzati ci sono “bombe, siluri, razzi, missili e accessori”: la speranza è che la qualità dei prodotti sia soddisfacente, così che il cliente non li rispedisca al mittente, come avvenuto qualche tempo fa al largo della costa libica.
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