La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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La caccia all’uomo di Mediaset. Il caso del Giudice Mesiano.

Scritto da – 7 Settembre 2010 – 12:46Nessun commento

Tenetevi forte. Chi ha avuto modo di vedere il servizio che Mattino 5 (la trasmissione mattutina della rete ammiraglia del Biscione) ha dedicato al giudice Mesiano, autore del verdetto Fininvest-Cir, sa di cosa parlo. Chi non l’ha visto, beh, lo faccia al più presto. Perché in quel servizio c’è un po’ di tutto: un esempio di cosa sia il conflitto di interessi, una risposta all’accusa di sputtanamento dell’Italia che Berlusconi ha rivolto alla stampa italiana ed estera, l’apogeo della commistione tra informazione e gossip, fusi in un’unica soluzione. Letale. Il filmato ritrae – di nascosto – Raimondo Mesiano, il magistrato che ha condannato il Gruppo Fininvest a risarcire 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, in giro per Milano. Le “immagini esclusive”, come le definisce il conduttore Claudio Brachino, sono state girate a poco più di 24 ore dalla sentenza. Parlando del giudice, l’autrice del servizio attacca: “Alla sue stravaganze, in realtà, siamo ormai abituati”. Ah sì? E quali sarebbero queste “stravaganze”? Forse c’è un indiretto richiamo alla sentenza sul lodo Mondadori?

Mentre le immagini ritraggono Mesiano davanti al barbiere, la giornalista prosegue “È impaziente, non riesce a stare fermo, avanti e indietro”. E insiste: “lui va avanti e indietro”.

Uscito dal barbiere, le telecamere lo seguono ancora e la giornalista commenta: si ferma “per accendere l’ennesima sigaretta della mattina, come fosse uno spot all’incontrario”.

Quindi, in un crescendo di emozioni l’autrice di questa storica pagina di giornalismo ci regala il gran finale: “Prima di uscire dal nostro campo visivo – dice, con la musica dei Red Hot Chili Peppers in sottofondo – ci regala un’altra perla. Guardatelo seduto su una panchina: camicia, pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese, di quelli che in tribunale non è proprio il caso di sfoggiare”.

Da brividi. Brachino, onde evitare fraintendimenti, precisa che “ovviamente non vogliamo dare giudizi né trarre conclusioni” – ovviamente – ma “tra la stravaganza, diciamo così, tra virgolette, del personaggio e la promozione del Csm c’è qualche cosa che non funziona” (il riferimento è all’avanzamento di carriera di Mesiano dovuto all’anzianità). Ma, ora, quali sarebbero le stravaganze del giudice? Il fatto che cammini “avanti e indietro”? Il fatto che fumi qualche sigaretta? Lo scarso gusto nel vestire?

Uno sputtanamento, per usare un termine caro al presidente del Consiglio, basato sul nulla. Con quale coraggio Berlusconi può parlare di una stampa che lo infanga, quando la sua rete principale attacca in questa maniera un giudice?

Il video di Mattino 5 è un esempio di informazione che cade a pezzi. Davanti a questo servizio non si sa se ridere o piangere. Quel che è certo è che le numerose e celebri casalinghe di Voghera (e non solo loro) ora hanno un’immagine distorta del giudice che ha condannato a un maxirisarcimento il gruppo Fininvest. Come può un magistrato che ha atteggiamenti strani, col tempo ci si dimenticherà la sostanza di tali atteggiamenti ma resterà impressa nella memoria l’associazione Mesiano-pazzoide, essere chiamato a giudicare il premier? si domanderanno le sopraccitate casalinghe di Voghera. Questo è il pericolo dei servizi di questo tipo, che odorano tanto di Tg4.

Il gossip (in senso lato) fa più male del buon giornalismo. E qui, non si può non tornare a parlare di conflitto di interessi. Perché sono questi i programmi da seguire con attenzione quando si studia il problema. Non i minuti dedicati al Pdl dal Tg5 o gli ospiti di Matrix. Ci si concentri su altro. Non gli articoli di Feltri, ma quelli di Signorini, come scriveva qualche giorno fa Il Fatto Quotidiano, parlando dello “spin doctor” preferito del signore di Arcore. Ricordando, tra le altre cose, come il settimanale Chi da lui diretto si inventò dal nulla un fidanzato di Noemi Letizia, Domenico, necessario per allontanare il sospetto di un rapporto troppo stretto tra la ragazza e Berlusconi. Scrivono Gomez e Lillo: “Alla fine sarà proprio il muscoloso Domenico a spiegare come stavano realmente le cose. ‘È stata tutta una montatura’, dice a un settimanale concorrente. Ma ormai lo spin è riuscito. Tv e giornali hanno rilanciato le prime immagini della coppia. Nell’immaginario collettivo di una buona parte dell’elettorato si è formata la convinzione che il caso Noemi è tutta una montatura, non di Signorini, ma dei nemici del premier”.

E il discorso vale anche per Mattino 5.

Tra l’altro, riferisce sempre Il Fatto che a Mediaset di dica che proprio Signorini avrebbe avuto l’idea del pedinamento di Mesiano.

Ma non è importante, quel che conta è che la caccia all’uomo è partita.

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