La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Alice nel meraviglioso mondo di Tim Burton

Scritto da – 5 Settembre 2010 – 19:10Nessun commento

I racconti“Alice nel paese delle meraviglie”e“Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovo’”devono la propria fortuna anche alla fantasia dei numerosi interpreti, che dal 1865 in poi, trasposero in quasi tutte le lingue i giochi di parole e i riferimenti tipici dell’epoca vittoriana, su cui le opere dello scrittore britannico Lewis Carroll sono costruite.. Nel caso di“Alice in wonderland”, ultima attesissima opera del caleidoscopico regista Tim Burton, il metodo della“trasposizione creatrice”è elevata al quadrato. Non si tratta solo degli scenari del mondo fantastico per antonomasia(stravagante e minuzioso in perfetto stile Burtoniano, forse meno grottesco di ciò che l’autore avrebbe potuto contemplare, probabilmente a causa dell’ascendenza Disneyana!)quanto soprattutto dell’inedita evoluzione del personaggio di Alice(Mia Wasikowska)fedele solo iconograficamente alla tradizione e psicologicamente delineata.

“Sono l’Alice sbagliata!”ripete la protagonista agli abitanti del Sottomondo ogni qualvolta  le ricordano la profezia secondo cui “solo l’Alice che ha già visitato il regno può liberarli dalla tirannia della Regina Rossa”(Helena Bonham Carter splendidamente beffarda). È con questa esplicita dichiarazione che Burton invita a guardare ad una Alice nuova, fragile ma reattiva, lontano dall’archetipo finora conosciuto.

Alice ha 19 anni ed è cresciuta turbata da incubi ricorrenti che le segnano il volto pallido e spento con profonde occhiaie. Da suo padre, lungimirante industriale, ha imparato da un lato a reprimere i propri incubi con formule di psicologia spicciola quali“sei solo un sogno non puoi farmi del male!”, “da un sogno ci si può sempre svegliare con un pizzico!”; dall’altro però, ha anche imparato a“credere ad almeno 6 cose impossibili (ma solo se pensi che lo siano!) al mattino prima di colazione”.

Non è questa una contraddizione speculativa fine a se stessa, bensì la ricerca di quell’equilibrio tra immaginazione e ragionevolezza che permette il sano passaggio dall’infanzia all’età adulta, che consente di confrontarsi con le vicissitudini della vita con coraggio e consapevolezza di sé.

Alice odia le convenzioni borghesi(dai corsetti alle politiche matrimoniali)perché frutto di schemi e consuetudini omologanti della società in cui vive, repressiva dell’autodeterminazione e della libertà di scelta. Tuttavia, è questo il suo mondo reale, è qui che dovrà imparare a vivere, se non vorrà rimanere bloccata nei lidi chimerici che la mente genera per autodifendersi dal mondo meschino, come è accaduto alla zia zitella, che sola e avvizzita ancora aspetta il principe azzurro  promessole dai costumi del tempo.

Il viaggio nel Sottomondo e la conoscenza dei suoi strampalati abitanti spingerà Alice a sostenere con fermezza che, per quanto un destino sia già inscritto nella storia, niente potrà obbligarla ad agire secondo i dettami imposti. Alice potrà anche realizzare la missione profetica che la ritrae nell’oraculum novella Giovanna D’Arco impugnare la spada e trafiggere il mostruoso Cicciarampa, ma sarà lei stessa a segnare il percorso che la condurrà al giorno “joyglorioso” della liberazione.

I veri impulsi che muovono l’azione di Alice nascono dall’incontro col co-protagonista Cappellaio Matto(eccentrico J. Deep, che cita i propri personaggi Burtoniani, sia quando“sforbicia”un vestitino per Alice rimpicciolita–Edward mani di forbice-sia quando si intontisce al suono delle parole-Willy Wonka ).

Sarà proprio il Cappellaio ad immolarsi per salvare Alice dalle guardie della Regina Rossa e sarà ancora lui ad instillare in lei il dubbio che il suo troppo razionalizzare gli eventi le abbia fatto perdere la “Moltezza” d’animo che la contraddistingueva. La riconoscenza del sacrificio e la dimostrazione d’essere padrona di se stessa condurranno Alice a scendere direttamente in campo, che si tratti di una scacchiera o della società londinese di fine 800’.Certa critica ha imputato a Burton di aver reso“conformista” la più nota eroina del nonsense reazionario. In realtà Burton, pur usando il clichè del romanzo di formazione, ha il merito di aver rotto la struttura circolare dell’opera originale e di aver  proiettato la protagonista verso ben altre meraviglie, quelle del futuro che saprà immaginare e costruire.

Il cinema Burtoniano si riconferma indiscutibilmente una categoria a se stante nel panorama contemporaneo, che andrebbe considerata secondo un’ormai rara “Politica degli autori”, ovvero ravvisando l’unicità dell’artista in ogni sua opera al fianco dei capolavori già acclamati, e non di certo soppesando aspettative e delusioni come molte penne si sono limitate a fare nel caso di “Alice in Wonderland”.

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