Piano scuole sicure: il pericolo tra i banchi
Il giorno 13 aprile, nella scuola elementare “Enrico Pessina” di Ostuni (Brindisi), si è verificato un’incidente che ha purtroppo sottolineato nuovamente una delle vergogne del nostro paese: il crollo di un pezzo di intonaco dal soffitto di un’aula ha ferito due bambini e una maestra che è caduta, fratturandosi una gamba mentre prestava soccorso ai piccoli. I 687 scolari che frequentano la scuola sono rimasti a casa dopo che è stato disposto il sequestro dell’intero edificio che era stato comunque chiuso su ordinanza dal sindaco di Ostuni appena dopo i fatti. Come se ciò non fosse sufficiente, l’istituto scolastico era stato chiuso nel 2010 proprio per lavori di ristrutturazione e riaperto nel gennaio scorso. “Queste cose – ha detto il papà di un bambino che frequenta la scuola – non devono succedere. Ora basta, non possiamo temere per la vita dei nostri figli. I nostri bambini sono in pericolo. La scuola va chiusa e vanno effettuati controlli a tutti i solai. Non può succedere una cosa simile in una scuola appena ristrutturata.
Anche il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, è intervenuta sulla vicenda, ed ha assicurato che “si sta cercando di vedere e verificare cosa è successo e perché. Questo è il dovere come sempre puntuale che ci mette a fianco della scuola, del dirigente, delle famiglie dei due bambini che purtroppo sono rimasti leggermente feriti”.
Nella vicenda “ci sono responsabilità oggettive. I responsabili una volta individuati vanno puniti e mandati a casa” ha detto Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione, in un’intervista al Gr3-RadioRai. “E’ intollerabile e in qualificabile il fatto che questa scuola era stata consegnata appena a gennaio e che qualche settimana dopo crolli il soffitto. Ci sarà assolutamente un responsabile che va accertato e punito. Per quel che riguarda il ministero della Pubblica Istruzione accerteremo le responsabilità, dopo di che starà anche alla magistratura individuare i responsabili, perché ci sono comunque persone che hanno firmato e che hanno preso delle responsabilità rispetto ad atti che dovevano essere fatti”. A suo avviso, inoltre, in generale “non c’è stata una cura del nostro territorio, delle nostre infrastrutture. Oggi questo governo sta cercando di recuperare di invertire la tendenza. Sulla scuola stiamo investendo 3,9 miliardi. Il 22 presenteremo l’anagrafe dell’ edilizia scolastica, renderemo pubblico a tutto il paese qual è la condizione dei nostri istituti. La conoscenza della situazione degli istituti è precondizione necessaria per poter intervenire e agire con determinazione”.
Evidentemente per la sicurezza nelle scuole non basta stanziare milioni di euro da destinare ai Comuni che presentano progetti idonei. Gli ultimi provvedimenti legislativi in materia di edilizia scolastica adottati dal Governo hanno messo a disposizione un miliardo e 94 milioni di euro per 20 mila e 845 edifici, di cui ben 400 milioni destinati alla messa in sicurezza (“piano scuole sicure”). Sicuramente un’opportunità per tutti quei municipi che hanno necessità di ristrutturare le scuole, ma se a ciò non si affianca una politica di monitoraggio che garantisca il rispetto delle regole nell’esecuzione dei lavori, avvisa la Fillea Cgil, si corre il rischio di utilizzare le risorse pubbliche senza raggiungere gli obiettivi prefissati, posticipando o svolgendo in maniera inadeguata gli interventi di manutenzione, mettendo così in pericolo la vita di alunni e insegnanti.
Camilla Donà delle Rose
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