La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » Humanae Litterae

Disoccupati alla riscossa: il caso degli scioperi a rovescio

Scritto da – 7 Febbraio 2013 – 17:044 commenti

“Nella prima metà degli anni ’50 ebbe grande sviluppo in Italia una forma originale di sciopero, ideata per dare risposte concrete alla disoccupazione e al degrado che caratterizzavano il nostro Paese: lo sciopero a rovescio”. Inizia con queste parole il libro di Luigi Cappelli, studente di storia dell’Università La Sapienza, appena pubblicato dalla D’Arco Edizioni. Il titolo è “Le strade della rinascita. Lotte sociali e scioperi a rovescio. Sezze 1951-1952”. La redazione di Orizzonte Universitario l’ha letto in anteprima. Se si fa un giro per i corridoi del dipartimento di Storia e si chiede ad un campione di 20 studenti cosa siano gli scioperi a rovescio forse 2 o 3 saprebbero rispondere, sebbene in maniera molto vaga. Gli altri resterebbero a guardarti, pensando che li si stia prendendo in giro. Il libro di Luigi, pur descrivendo una realtà locale come quella dei Monti Lepini (in provincia di Latina), inquadrando quel movimento provinciale in un contesto più ampio mira a far conoscere ai lettori un fenomeno diffuso su scala nazionale. Gli scioperi a rovescio rappresentarono, appunto, un rovesciamento della realtà, una specie di carnevale di massa durante il quale i disoccupati e i braccianti più poveri andavano a lavorare, rivendicando il loro diritto al lavoro. Iniziavano così la costruzione di strade, scuole, acquedotti, rendendo un servizio notevole alla collettività. Gli anni del secondo dopoguerra erano tragici, soprattutto la disoccupazione imperava. La Cgil era guidata da grandi uomini come Giuseppe Di Vittorio e Vittorio Foa. Il primo, come Segretario generale, diede avvio al Piano del Lavoro, per cercare di lenire le piaghe sociali del Paese. Di questo piano gli scioperi a rovescio si possono considerare figli. Così come delle lotte per la terra degli anni precedenti.

Scrive Giuseppe Cantarano, noto filosofo italiano, professore presso l’Università della Calabria, già segretario particolare di Pietro Ingrao, nella sua prefazione al lavoro di Luigi: “Il libro di Luigi è importante perché – soprattutto in questa convulsa fase che stiamo vivendo – è un libro che parla del lavoro. Della “valorizzazione” – avrebbe detto Marx – del lavoro umano. Della sua irriducibilità ad ogni forma di oppressione e di repressione. La storia degli scioperi a rovescio ci mostra – e questo è un altro pregio del libro di Luigi – che è ancora il lavoro, nonostante tutto, a legare l’individuo alla comunità”.

Il caso di Sezze, il paese lepino in provincia di Latina preso come esempio paradigmatico, viene sviscerato in questa ricerca tramite l’uso di fonti archivistiche di diversa provenienza. Ma perché Luigi esamina proprio i fatti avvenuti in provincia di Latina ed in particolare a Sezze? Nel libro lo spiega chiaramente: per la sua vicinanza a Roma, la zona dei Monti Lepini era particolarmente adatta per portare a termine un esperimento politico. Le organizzazioni e i partiti di sinistra (con in testa la Federazione comunista di Latina guidata da un ex comandante partigiano, Severino Spaccatrosi) volevano capire se attraverso una serie di lotte sociali (in primis gli scioperi a rovescio) si potesse forzare l’agenda politica del governo De Gasperi. Giunsero così a Sezze, in quel biennio fantastico, personaggi del calibro di Pietro Ingrao, Giancarlo Pajetta, Umberto Terracini, Aldo Natoli. Altri importanti esponenti comunisti, come Pietro Corbi (che era stato compagno di cella di Vittorio Foa nelle carceri fasciste) si sporcarono letteralmente le mani, arrivando sui Monti Lepini e distribuendo personalmente casse di viveri ai manifestanti.

Sarebbe forse anacronistico riproporre oggi – in una situazione in cui il numero dei disoccupati cresce sempre di più e ha sopravanzato quello dei primi anni ’50 – quella forma di protesta propositiva. Non si può fare a meno di notare, però, che mentre in quegli anni le persone alzavano la testa e reagivano di fronte ai soprusi, oggi ci stiamo abituando a tutto. Un altro elemento che colpisce è la latitanza della storiografia italiana sugli scioperi a rovescio. Un silenzio interrotto soltanto da ricercatori locali, che hanno contribuito a fornire ricostruzioni interessanti e scientificamente corrette ma limitate dal loro localismo. Pesa, quindi, il silenzio storiografico su un fenomeno nazionale che andrebbe studiato in maniera organica.

Per far conoscere il suo lavoro e altre ricerche su questo tema Luigi ha creato un profilo facebook, Le strade della rinascita. Scrivendo alla sua casella di posta elettronica (cappelli.luigi@libero.it) chi è interessato può ordinare il libro.

Forse potrebbe interessarti:

  • No Related Posts

Facebook comments:

4 commenti »

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.