La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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MES: la fregatura del “fondo salva stati”

Scritto da – 11 Ottobre 2012 – 16:083 commenti

Il 12 settembre 2012 la Corte Costituzionale tedesca ha dato l’ultimo sì definitivo per l’approvazione del MES, mentre il nostro Bel Paese ci aveva già pensato durante l’estate, a metà Luglio, ma è con il via libera della Germania che questo trattato diventa operante a tutti gli effetti. Se vi state chiedendo che cos’è esattamente e come mai non ne avete sentito molto parlare, tranquilli, la colpa è dei mass media che come sappiamo, tendono ad esaltare al massimo le cose irrilevanti, per creare distrazione di massa e invece a sorvolare e rendere incomprensibili quelle importanti. Molto importante è infatti, questo nuovo fondo salva stati; che ora che è stato varato, ci richiederà così tanti soldi che almeno una domanda, spero vi si affacci alla mente: ma le manovre “lacrime e sangue” di Monti servono per questo? Cioè per raggranellare circa 125 miliardi di euro per farci aderire al trattato? Tale e tanta é infatti la quota di partecipazione per il nostro paese, da dilazionare in “comode” rate di cui la prima di soli 15 miliardi di euro. E poco conta se i soldi per esserne soci non ce li avremo ancora tutti, potremo sempre chiederli già a prestito proprio allo stesso ente salva-stati.

In poche parole: noi partecipiamo al capitale del MES con soldi prelevati dalle nostre tasse e un po’ richiedendoli a credito, tramite l’emissione magari di altri debiti pubblici. Cioè è come se sottoscrivessimo una polizza assicurativa che per pagarne il premio e per aderirvi ne aumentiamo allo stesso tempo il valore con gli interessi previsti, così che in effetti la quota finale non sarà più di 125 miliardi di euro ma più cara. Inoltre altro fatto strabiliante è che una volta saldato il corrispettivo, nonostante diventati soci al 100% nel caso fossimo ancora in crisi finanziaria otterremmo dal fondo aiuti sempre e solo sotto forma di PRESTITO che vuole dire DEBITO che vuole dire INTERESSI, cioè stiamo sborsando soldi per fare parte di un ente sovranazionale che ci presterà sempre soldi a tassi fissi o variabili.

Ma di motivi per mettersi le mani nei capelli ce ne sono davvero tanti e riguardano la medesima storia di come è nato e si è formato questo ente.

Bisogna fare un salto indietro nel dicembre del 2010, quando il Consiglio Europeo decise che ci sarebbe stato bisogno di un nuovo meccanismo di stabilità permanente, che prendesse il posto di quelli già esistenti (MESF e FSFE), che furono elaborati per venire incontro ai problemi economici di paesi come il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia per la loro entrata nella CE.

Nonostante, così si stava contravvenendo all’art. 48.6 del Trattato dell’Unione, che consentiva ai parlamentari europei di cambiare parti del Trattato purché non comportassero un ampliamento delle competenze della Unione stessa, l’emendamento per istituire il MES verrà elaborato, approvato e messo in attesa di ricevere il bene placito dei singoli governi nazionali. Tale Fondo infatti non si limita più a garantire una stabilità finanziaria ma leggendo il suo atto costituzionale, soprattutto quello della prima versione, si può scoprire che nel caso in cui i Paesi contraenti l’iscrizione e/o il debito non si impegnano a versare la quota richiesta nei tempi previsti vengono applicati vincoli e norme molto severe, nonché rigorose condizionalità, delle quali non è dato sapere. Ma nulla ci vieta di supporre che possono sconfinare nell’ambito d’imposizioni anche di politica economica che avranno sicure ricadute sulle scelte dello stato sociale di una nazione.

Continuando nella lettura del documento fondante il MES ( che si può consultare solo in lingua inglese a questo indirizzo: http://www.european-council.europa.eu/media/582311/05-tesm2.en12.pdf ), in base all’ art. 8, la sua dotazione complessiva è di 700 miliardi di euro di cui solo 500 miliardi vengono dati a prestito ai paesi dell’eurozona bisognosi, ma niente vieterà che se i fondi risulteranno insufficienti, l’organismo stesso possa rivolgersi al mercato finanziario esterno, per colmare la liquidità richiesta mancante. Ciò significa che grandi potenze, come la Cina o istituzioni private bancarie e società di rating come la Goldman Sachs possono dando i propri soldi, partecipare poi, in qualità di osservatori, alle riunioni dove si stabiliranno le condizioni che un Paese dovrà rispettare per poter ottenere tali soldi. L’idea che paesi con diritti civili alquanto discutibili o enti privati che speculano sulla stessa crisi possano avere una qualche voce in capitolo in tale materia, mi fa dormire sonni poco tranquilli.

L’art. 5 del trattato del MES, invece, stabilisce che a capo dell’ente vi siano i 17 Ministri della Finanza dei vari Paesi aderenti, con la nomina di governatori e che tra i diversi compiti che competono loro, in base all’art.9 potranno ad insindacabile giudizio decidere in qualsiasi momento: un aumento del capitale di base da versare alle casse del fondo, che può così, passare da 700 miliardi a 1000, 1500 miliardi e senza che una nazione possa opporre un proprio rifiuto. Infatti le condizioni di uscita dal contratto non sono previste e anzi viene per bene esplicitato che i medesimi governi che succederanno a quello che ha apposto la firma, anche se non erano favorevoli ad essa o lo sono diventati non potranno più retrocedere. Per la serie “un MES è per sempre!”.

Grazie all’art. 27 del trattato, inoltre, le sedi dell’ente, tutti i suoi archivi, documenti, proprietà e ogni altro bene saranno immuni da qualsiasi procedimento giudiziario e per questo non saranno nemmeno sottoposte a controlli o moratorie di qualsivoglia natura. Il fondo, in più, non ha l’obbligo di accreditarsi come istituto bancario o come servizio finanziario o altra attività che sia regolata da autorizzazioni o licenze per esercitare le sue funzioni.

E stando a quanto riporta l’art.30, gli stessi privilegi e le stesse immunità vengono estese anche alle persone fisiche lavoranti al suo interno: dai governatori ai loro subalterni, ecc. , che sono esonerati da ogni procedimento legale relativo agli atti perpetrati nelle loro vesti ufficiali. Di conseguenza anche i loro archivi e i loro documenti risulteranno inviolabili dalle forze di polizia o altro organismo di giustizia.

Davanti a tali 17 divinità a cui tutto è concesso mi domando: è compatibile questa totale segretezza con la Democrazia dei nostri governi? Si può parlare ancora di una democrazia vigente a garanzia nelle diverse Costituzioni nazionali? Perché nascondersi dietro tanta immunità e privilegi per ricoprire una mera funzione burocratica di salvataggio delle economie?

Nella visione “Trilaterale” del nostro attuale Presidente del Consiglio apprendiamo che: « Nei momenti di crisi più acuta…non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di gravi crisi per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti di sovranità nazionali a un livello comunitario. E’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo psicologico del non farle diventa superiore al costo di farle perché c’è una crisi in atto…e quando una crisi sparisce, rimane un sedimento, perché si sono messi in opera istituzioni, leggi, per cui non è più pienamente reversibile…».

Gestire questo fondo significa gestire il destino del debito pubblico e di conseguenza la politica economica dei vari stati membri vita natural durante.

 

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