La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Chi vuol essere Rais: la rivoluzione egiziana

Scritto da – 15 Maggio 2012 – 18:072 commenti

Al giorno d’oggi non ci si può distrarre un attimo. Fino a poco tempo fa l’Egitto era un paese oppresso da anni di dittature , mentre oggi i cittadini si preparano ad andare a votare in maniera democratica il futuro presidente. E hanno fatto tutto da soli. Per la prima volta voteranno all’estero anche gli immigrati di seconda generazione, che potranno esprimere la loro preferenza dall’11 al 17 maggio. Se vi siete persi delle puntate, troverete di seguito tutto quello che c’è da sapere per capire meglio uno degli sconvolgimenti politici più importanti degli ultimi anni.

Rivoluzione egiziana

Cominciata in piazza Tahrir il 25 gennaio 2011, si è velocemente estesa in tutto il paese. La rivoluzione egiziana ha portato alle dimissione del dittatore Hosni Mubarak, l’11 febbraio 2011. Il popolo egiziano aveva paura di un governo Mubarak bis sotto il temibile Gamal, che avrebbe prolungato il regime di terrore e corruzione del padre. I manifestanti hanno preteso la fine delle leggi d’emergenza e l’aumento del minimo salariale (in Egitto il 40 % della popolazione vive con meno di 1,50 euro al giorno).

Leggi d’emergenza

Utilizzate dal regime Mubarak per ottenere il silenzio politico dei dissidenti e poi mantenute anche dal governo di transizione del Consiglio Supremo delle forze armate. Tra le tante barbarie prevedevano la possibilità per qualunque cittadino di essere prelevato dai militari e sottoposto a torture e periodi di detenzione amministrativa senza assistenza legale e consentivano di processare i civili nei tribunali militari. Le leggi d’emergenza sono state parzialmente sospese da questo gennaio.

Hosni Mubarak

Dittatore dal 1981 ora si trova in una clinica alla periferia del Cairo. È accusato di complicità nell’uccisione di 800 persone durante le manifestazioni del 2011 e di corruzione. Il processo dovrebbe finire a giugno e rischia la pena capitale. Lui però si dichiara innocente dicendo di non aver dato all’esercito l’ordine di sparare sulla folla.

SCAF (Consiglio Supremo delle forze armate)

È un’istituzione egiziana presieduta dal Feldmaresciallo Tantawi. Dopo la caduta di Mubarak ha assunto ogni potere e si è impegnato a transitare in maniera pacifica il paese verso libere elezioni.

È accusato dai manifestanti di essere un organo corrotto che abusa del proprio potere.

La ragazza col reggiseno blu è diventata il simbolo della violenza delle forze armate contro la folla inerme. La ragazza, che portava il velo, oltre ad essere stata brutalmente picchiata ha anche subito l’umiliazione di essere denudata davanti a milioni di persone.

Kazeboon

Significa bugiardi ed è un movimento di informazione dal basso ideato da un collettivo di giovani attivisti egiziani. L’obbiettivo è raccontare la verità sulla rivoluzione e smascherare le bugie raccontate al popolo dall’esercito. Gli attivisti hanno girato dei filmati durante le manifestazioni, riprendendo i volti dei militari che sparavano sulla folla. Li hanno poi messi in rete e hanno organizzato delle proiezioni in giro per l’Egitto, cercando di arrivare anche dove i mezzi di comunicazione di massa non arrivano e dove c’è più ignoranza. I giovani ideatori di Kazeboon sanno che senza informazione la democrazia in Egitto rimarrà solo un miraggio.

Occupy Maspero

È un movimento di protesta contro i vertici della tv pubblica, accusati di raccontare bugie sulla rivoluzione, criminalizzando i manifestanti e nascondendo i soprusi compiuti dalle forze armate sulla folla. Il movimento prende il nome dalla sede della tv di stato.

Il 10 ottobre 2011 proprio durante una manifestazione vicino a Maspero, a causa degli scontri con l’esercito perdono la vita 28 persone. Le vittime, principalmente cristiani copti, stavano manifestando contro la demolizione di una chiesa.

Fratelli Mussulmani

Con il loro partito Giustizia e Libertà hanno conquistato il 47,8% dei seggi in parlamento.

È un partito di mussulmani tradizionalisti, molto popolare e ben organizzato. Vogliono che la futura costituzione si ispiri ai principi della shari’a e in vista delle ultime elezioni hanno attuato una massiccia campagna elettorale regalando cibo e beni di prima necessità nelle zone più povere del paese. Molti egiziani gli rimproverano di aver abbandonato la piazza una volta occupato il parlamento e di aver stretto accordi con i militari.

Shari’a

È la legge islamica che deriva dall’interpretazione del corano. L’articolo 2 della costituzione egiziana dice che la shari’a è tra le principali fonti giuridiche del paese, anche se gli ultimi dittatori che hanno governato l’Egitto si sono ispirati più alle norme occidentali che alla legge coranica. La shari’a non è un vero e proprio insieme di leggi; infatti le norme variano a seconda dell’interpretazione che ogni scuola giuridica può dare ai testi sacri. Per questo molti temono strumentalizzazioni religiose, soprattutto da parte dei Salafiti.

Salafiti

I mussulmani salafiti si rifanno all’islam puro delle origini, lontano dalle tradizioni e dalle influenze dell’occidente. A differenza dei Fratelli Mussulmani i salafiti non vogliono uno stato che si ispiri ai principi della shari’a ma pretendono che la legge islamica venga applicata alla lettera.

I salafiti sono presenti in parlamento con il partito al-Nour e occupano circa il 24% dei seggi.

Blogger

I social network e i nuovi media hanno giocato un ruolo fondamentale nella rivoluzione egiziana.

Tra i blogger più celebri c’è Ahmed Maher che ha fondato su Facebook il movimento dei Giovani del 6 Aprile, uno dei primi tentativi di ribellione da parte dei giovani egiziani contro il regime.

Tra le blogger invece c’è la ventenne Aliaa Magda el Mahadi, che ha deciso di postare le sue foto nuda per protestare contro “la società della violenza, del razzismo, delle molestie sessuali e dell’ipocrisia”. Se da una parte in Egitto sono sempre di più le donne che portano il velo integrale, dall’altra ci sono quelle come Aliaa, che fanno cose che prima della rivoluzione sarebbero state impensabili.

Wael Ghonim

Responsabile del settore marketing di Google per il medio oriente, è diventato uno dei simboli della rivoluzione egiziana. È stato tra i creatori della pagina Facebook che ha riunito e diffuso la protesta di piazza Tahrir e del blog “We are all Khaled Said”, contro gli abusi e le torture subite dagli egiziani durante le leggi d’emergenza. È stato arrestato dall’esercito durante una manifestazione e sottoposto ad un interrogatorio durato 12 giorni. La sua intervista nella quale racconta le violenze subite ha fatto il giro del mondo ed è stato nominato dalla rivista Time l’uomo più influente del 2011.

Candidati

I cittadini egiziani possono presentare la loro candidatura per le presidenziali dal 10 marzo all’8 aprile 2012. Ad oggi ci sono già più di 550 candidati ma la maggior parte di loro non sarà formalmente registrata; per poter concorrere bisogna avere il sostegno di almeno 30 parlamentari oppure presentare 30’000 firme di cittadini egiziani. In Egitto si voterà il 23 e 24 maggio e il nome del presidente eletto sarà annunciato il 21 giugno 2012.

Tra i candidati degni di nota troviamo:

Amr Mussa

Ex segretario generale della Lega Araba ed ex ministro degli esteri. Moderato, è uno dei favoriti.

Ahmed Shafiq

Ex primo ministro e comandante delle Forze Armate, è sostenuto dall’esercito.

Hazem Abu Ismail

Avvocato ultra-conservatore islamista, anti-occidentale, è sostenuto dai salafiti.

Abdelmoneim Abul Futuh

Ex membro dei Fratelli Musulmani, si è schierato contro le forze armate.

Bothaina Kamel

Nota presentatrice televisiva e attivista, è la prima donna nella storia dell’Egitto a concorrere per le presidenziali. Socialdemocratica, non è sostenuta da alcun partito.

Mansour Hassan

Ex ministro di Sadat, è supportato da Wafd (partito liberale).

Abul Ezz el-Hariri

Leader della coalizione La Rivoluzione Continua ed esponente dell’Alleanza Popolare Socialista.

Hossam el Ghariani

Presidente del Consiglio Supremo della Magistratura, è appoggiato dai Fratelli Mussulmani.

Hamdiin Sebbahi

Attivista, sostenuto dal Tagammu (partito di centro-sinistra). È il candidato di sinistra che ha più possibilità di successo.

Mohamed El Baradei

Premio Nobel per la pace, ha ritirato la sua candidatura alle presidenziali perché non reputa l’Egitto abbastanza democratico, denunciando il consiglio militare di tenere il paese sotto scacco.

I Fratelli Mussulmani lo accusarono di essere troppo schierato con gli occidentali, coniando slogan come “ El Baradei toglierà il velo a tua madre”.

Non siamo l’Afghanistan

La frase che leggo e sento più spesso ripetere dagli egiziani in questo periodo è “noi non siamo l’Afghanistan”. L’Egitto non ha paura di diventare un paese integralista, molti cittadini hanno fiducia nelle prossime elezioni e sempre più giovani incominciano a sognare la nascita di uno stato democratico e laico, e non vogliono smettere ora.

Auguri.

Beatrice Milani


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2 commenti »

  • […] Al giorno d’oggi non ci si può distrarre un attimo. Fino a poco tempo fa l’Egitto era un paese oppresso da anni di dittature , mentre oggi i cittadini si preparano ad andare a votare in maniera democratica il futuro presidente. E hanno fatto tutto da soli. Per la prima volta voteranno all’estero anche gli immigrati di seconda generazione, che potranno esprimere la loro preferenza dall’11 al 17 maggio. Se vi siete persi delle puntate, troverete di seguito tutto quello che c’è da sapere per capire meglio uno degli sconvolgimenti. […] Leggi l'articolo completo su Orizzonte Universitario […]

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