La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Da viale Jenner a Palazzo Marino: due chiacchiere con Abdel Hamid Shaari

Scritto da – 27 Ottobre 2010 – 17:15Un commento

In viale Jenner ci sono, tra le altre cose, una garage in cui si prega Allah e un tabacchi 24 ore. È nel secondo che mi viene offerto un caffè dal dott. Shaari, fondatore e presidente dell’Istituto Culturale Islamico di viale Jenner.

C:Come mai l’Istituto è chiamato “culturale”, e non “religioso” Islamico?

S: Perché, dal momento che l’Islam non ha firmato un’intesa con lo Stato, non è possibile aprire istituti denominati religiosi o luoghi di culto.

C:E non sarebbe quindi il caso di firmare un intesa?

S:No.

C:No, e perché?

S:Perché non c’è la volontà.

C:Da parte di chi?

S:Dello stato.

C: Ma nel 2005 nel Ministero dell’Interno era stata avviata una “Consulta per l’Islam Italiano” il cui scopo era quello di favorire il “dialogo tra lo Stato e la comunità islamica nazionale”. Non se ne sa più niente, ma non crede sarebbe una direzione in cui procedere?

S:No. La consulta era composta da personaggi che non rappresentavano nessuno se non loro stessi. Era un organo consultivo ma non rappresentativo. Non impegnava né lo stato italiano, né i mussulmani.

C:niente consulta, allora…Indipendentemente dal perché, l’istituto è denominato “istituto culturale”: come altri centri culturali, organizzate iniziative aperte alla cittadinanza?

S:No, no. Verrebbero travisate. Tutto quello che facciamo, perché viene da noi, è negativo. E poi è già una lotta per pagare l’affitto. E sudo sette camicie per organizzare il Ramadan, durante il quale si servono 300 pasti al giorno. E per organizzare il pellegrinaggio alla Mecca, che ritengo sia mio dovere in quanto è uno dei pilastri della nostra religione. Tutte le associazioni, anche quella del Chiwawa, ricevono dei fondi, noi mai niente.

C: Passando alla questione della moschea di Milano: il sindaco Moratti ha detto no perché qualcuno deve garantire che questa non diventi un luogo di addestramento di terroristi…

S: Io so che ci sono persone preposte all’indagine sull’attività terrorista. Sono la Digos, i carabinieri etc… Penso che la Moratti deve occuparsi di fare il sindaco, e non fare finta di essere il capo della polizia. E poi, In Italia ci sono più di un milione di mussulmani. Se fossero tutti terroristi, l’Italia non esisterebbe più da un pezzo! È come se io negli anni ’70 avessi detto che tutti gli italiani erano brigatisti…Hanno paura che gli islamici diventino terroristi?Dovrebbero fare tutti i passaggi perché questo non accada, e invece…

C:Il presidente del consiglio della regione Lombardia, in seguito al suo annuncio di voler presentare una “Lista Civica di Immigrati” alle prossime elezioni comunali dice che lei continua a confondere la questione politica con quella religiosa. In un’intervista a Gad Lerner lei si lamenta dei numerosi tentativi di“politicizzare la religione”. Non le sembra che vi stiate accusando della stessa colpa, ossia di mischiare religione e politica?

S: La politica è vita. Non c’è nessun confine tra politica e religione. Io agisco in maniera politica ogni giorno, quando devo organizzare le migliaia di persone che frequentano l’istituto…E poi non ci dimentichiamo che in Italia è esistito per moltissimi anni un partito chiamato “Democrazia Cristiana”. Dal momento che la Costituzione Italiana sancisce la libertà religiosa e la sua uguaglianza, perché non ci potrebbe essere un partito della “Democrazia Mussulmana”? Le decisioni prese dai politici hanno effetto anche su di me e quindi, ho diritto di partecipare alla vita politica, così come lo hanno gli immigrati.

C:Ma la discriminazione politica tra cittadini dotati di diritti politici e non cittadini, come gli immigrati, è propria della costituzione…

S:Sì, ma allora io non prenderò immigrati senza cittadinanza, ma cittadini italiani di origine straniera, nati per esempio in Libia, Egitto, etc. e  poi trasferirtisi qui.

C:Nonostante i problemi con le istituzioni politiche milanesi, lei vuole presentare una lista alle prossime elezioni comunali . Questo significa che lei ha comunque fiducia nella politica?

S:Non è una questione di fiducia. Fare uno lista è un mio diritto. Loro vorrebbero che io rinunciassi, che me ne andassi, che me ne tornassi indietro. Ma io questa soddisfazione non gliela do, neanche morto. Sono qui da 43 anni, l’Italia è casa mia. E poi, un giorno si stancheranno…

C:Forse, un giorno…

S:Ma vede Signorina, noi non lavoriamo per il presente, ma per il futuro. È per i nostri figli. Loro sono nati qui, sono cresciuti qui, parlano l’italiano meglio di me. È con loro che se la dovranno vedere.

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