La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » Informazione

Lo strano caso libico e del premio Nobel per la pace

Scritto da – 28 Gennaio 2013 – 18:242 commenti

Siria, continuano gli scontri in tutto il paese tra forze governative e insorti; bombardamenti dei lealisti ad Aleppo, situazione difficile al confine con la Turchia. No, non solo. Ci eravamo forse dimenticati qualcosa? Senza menzionare gli Emiri e Monarchie del Golfo Persico, siamo dimentichi di qualcosa di altresì importante? Si, Gheddafi, l’Europa e la Libia (non “liberata”). Improvvisamente, a un anno dalla barbara uccisione di Muammar Gheddafi, risuona nuovamente la Libia, la guerra civile, la dittatura e la “nuova” democrazia. Si, ma senza Libia, ancora. Quella che fu la nostra guerra europea da un lato e anche italiana (nuovamente) dall’altro, torna a solcare il nostro apparato uditivo e visivo a pochi giorni di distanza dall’assegnazione del premio Nobel per la Pace. Ossimorico. Ovviamente, nessuna domanda, nessuna risposta ma solamente la necessità di dare la notizia riguardo l’assedio che le forze governative(?) libiche compiono a Bani Walid, città a considerata simbolo della tribù Warfalla, a cui apparteneva l’ex Raìs Muammar Gheddafi.

Il 25 settembre 2012, una delibera del Congresso generale Nazionale ordina la ricerca e la cattura dei responsabili della morte del giovane ribelle, Omran Ben Shaaban, che il 20 Ottobre 2011 aveva scovato il Raìs nei pressi di Sirte. In una Libia non ancora Stato, in cui sono le trattative tra tribù il vero cuore della politica interna, tale delibera avrebbe dimostrato in modo eloquente l’anarchia ancora regnante nell’ex colonia italiana; infatti, le autorità di Misurata, non hanno avuto scrupoli nel definire Bani Walid “il cancro della  Libia”.  Riguardo la situazione libica fu ottima l’analisi presente nei saggi del quaderno speciale di Limes di Aprile 2011,”La guerra di Libia”, quando, nel pieno svolgimento della guerra civile e dei bombardamenti NATO – sistema di difesa euro-atlantico di cui fanno parte i componenti del premio Nobel, vennero evidenziati i rischi concreti che la Libia potesse diventare una grande Somalia. Alla luce degli ultimi avvenimenti, probabilmente qualcosa di profetico è stato scritto in quei saggi, ancor più se si pensa che fonti ospedaliere di Bani Walid, il 10 Ottobre 2012, hanno affermato che giungevano pazienti con difficoltà respiratorie dovute all’utilizzo del gas nei bombardamenti.

Sotto l’ammissione, poi divenuta pretesto, del presidente dell’Assemblea Nazionale libica Mohamed Magarief che “la Libia non è ancora libera” si sta compiendo un atto vile, un ennesimo stupro dei diritti umani con l’ennesimo silenzio riguardo gli stessi fatti per i quali, circa un anno e mezzo prima, i leader europei – tranne inizialmente qualche eccezione – si erano mobilitati contro il “cattivo” Gheddafi. Tralasciando che la rivolta libica, nel più ampio panorama delle rivolte arabe, molto probabilmente, era stata preparata da servizi segreti britannici e francesi (i quali hanno anche aiutato i ribelli negli scontri di terra), oggi sta avvenendo un’ennesima ritorsione di quelle milizie, già accusate di crimini di guerra, che dovrebbero andare a comporre il puzzle della nuova democrazia libica.

Il diritto di ingerenza interna, il quale è stato sostanzialmente alla base dell’intervento NATO in Libia, è considerato solo quando è redditizio, e ciò dimostra l’inefficienza del diritto internazionale al cospetto della prassi, la quale è caratterizzata dal primato degli interessi politici ed economici, che rendono subdola, e di conseguenza non credibile, qualsiasi azione internazionale che possa avere una validità giuridica.

Una ciliegia tira l’altra e di conseguenza, si torna alla crisi siriana e a tutte le sue implicazioni politiche, che rendono impossibile una qualsiasi risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, se non strani testi contenenti condanne che si perderanno negli sconfinati deserti medio-orientali, così come per motivi uguali e opposti non vi fu alcun intervento internazionale nella dimenticata guerra civile algerina, in cui vi fu una sospensione della democrazia per salvaguardare la democrazia (i militari, mediate un colpo di stato annullarono le elezioni vinte legittimamente dal Fronte Islamico per la Salvezza), la quale causò un conflitto il cui esito furono 150.000 – 200.000 morti in circa dieci anni.  L’Europa, premio Nobel per la pace, non può, per motivi di politica estera, che dimostrano la sua decadenza, e per motivi economici per la presente crisi, intervenire in Siria, ma è intervenuta in Libia, al fianco di coloro che avrebbero portato pace e democrazia, ma che invece continuano a essere promotori di rappresaglie e tragedie; non condanna le politiche israeliane in Palestina, né osa menzionare la situazione in Arabia Saudita e Bahrain, dove le proteste sono state represse con la violenza nel primo caso, e con l’invasione degli stessi sauditi nel secondo.

Adriano Dirri


Forse potrebbe interessarti:

  • No Related Posts

Facebook comments:

2 commenti »

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.