La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Lech Kaczynski : circostanze e motivi di una tragica morte non troppo scomoda.

Scritto da – 6 Settembre 2010 – 17:44Nessun commento

 E’ passato qualche mese dal 10 Aprile 2010, quando l’aereo presidenziale polacco,un Tupolev Tu 154 con a bordo 96 persone si è schiantato al suolo, in un piccolo bosco vicino alla base di atterraggio di Smolensk in Russia. Nessun superstite, un’intera classe dirigenziale decimata; tra le vittime infatti oltre allo stesso Presidente della Repubblica della Polonia Lech Kaczynski e sua moglie Maria, c’erano anche: Slawomir Skrzypek Presidente della Banca centrale del Paese (NBP), Franciszek Gagor Capo di Stato Maggiore, Bronislaw Kwiatkowski capo delle Forze Operative della Polonia, Tadeusz Buk capo dell’esercito, Andrzej Blasik comandante in capo delle forze aeree, Wojciech Potasinki responsabile delle Forze Speciali, Andrzej Karweta comandante della marina militare polacca e Ryszard Kaczorowski ex-presidente del Paese, in esilio a Londra; più altri deputati e notabili,t ra cui anche i parenti degli ufficiali morti nella strage del 1940. Proprio per commemorare tale strage, il massacro della foresta del Katyn’ infatti, che tutta la delegazione polacca era partita, per dare onore ai 21.857 soldati e civili polacchi uccisi durante la seconda Guerra Mondiale dai comunisti staliniani, con la complicità della Germania nazista; due sistemi culturali ed ideologici opposti ma che fino al 1941 furono legati dal Patto Molotov-Ribbentrop, che stabiliva la non reciproca aggressione e la spartizione della Polonia e dei Paesi Baltici. Ricordiamo che fino al 1990 l’URSS negò il coinvolgimento dell’NKVD (commissariato del popolo per gli affari interni) e la sua colpevolezza nell’eccidio, rendendo assai difficili le relazioni diplomatiche tra il proprio governo e quello polacco. Il terribile incidente così ha impedito ancora una volta un lieto fine a questa triste vicenda storica, cancellando l’evento celebrativo prestabilito; anche se il Presidente russo Dmitry  Medvedev appena giunto a Cracovia, incontrando il primo ministro polacco Donald Tusk ha sottolineato come la tragedia abbia comunque unito i due paesi. E sempre lui ha convocato una speciale commissione d’inchiesta mettendo a capo di questa Vladimir Putin che avrà il compito di fare luce e capire le dinamiche dell’evento. Per l’analisi delle due scatole nere recuperate, invece, ci sarà la collaborazione reciproca dei due paesi, mentre a Mosca sono andati tutti i corpi recuperati per la loro identificazione. Il 18 Aprile così si sono svolti i primi funerali, quelli di Stato, dove migliaia di persone si sono radunate nelle principali piazze della nazione per dare l’ultimo saluto al loro Presidente. Sconforto e senso di incredulità sono i sentimenti che dominavano tra i cittadini polacchi per questa tragedia, nonostante fosse risaputo che tale aereo avesse avuto in passato problemi tecnici  importanti, tali anche da sbizzarrire la stampa polacca con vignette umoristiche; in questo caso, però, si sarebbe trattato di errore umano, quello del pilota, accusato non solo di aver effettuato un atterraggio sconsigliato dalla base aerea di Smolensk, per la fitta nebbia che stagnava, ma anche di non aver saputo parlare  bene la lingua russa e quindi di aver forse male interpretato i segnali che gli venivano forniti. Per questi motivi il velivolo sarebbe planato sulle cime degli alberi  spezzando l’ala sinistra e causando lo schianto del mezzo poi al suolo. Questa la realtà dei fatti insomma, anche se altre sono le opinioni e i punti di vista della gente, per esempio analisti polacchi non hanno mancato di sottolineare come la non rosea reputazione del Tupolev Tu 154 possa essere presa come un’ottima copertura per un sabotaggio; ma quello che forse più sta suscitando dubbi sono una serie di prove emerse durante le stesse indagini in corso e che una nota giornalista J. Burgermeister ha raccolto in un servizio dettagliato per TVP2, un canale della televisione polacca.   

Da questo servizio emerge che: 1- esiste un video amatoriale, che oggi è a disposizione del funzionario di Stato polacco responsabile delle indagini, che è stato girato appena subito dopo la caduta dell’aereo e in questo si possono sentire almeno 4 colpi di pistola e si vedono alcuni movimenti che suggeriscono l’idea della presenza di forze militari arrivati sul luogo per primi e che abbiano utilizzato le armi per finire i superstiti; assicurandosi così che non vi fosse alcun testimone che potesse raccontare dell’effettiva dinamica dell’incidente. Infatti i servizi di sicurezza russi sono immediatamente intervenuti per impedire ai giornalisti di raggiungere il punto esatto in cui l’aereo è precipitato, confiscando qualunque mezzo informativo di rilevazione avessero con sé. 2- I giornalisti russi hanno rilevato però che la struttura radar presente all’aeroporto di Smolensk  era stata smantellata successivamente alla visita del primo ministro Donald Tusk e di Vladimir Putin in data 8 Aprile, cioè praticamente a ridosso della venuta della delegazione polacca, ci si domanda seriamente perché togliere il radar in vista di un volo così importante, quali le motivazioni?

3- Sembra che esistono testimoni che sostengono di aver notato del personale militare intervenire sul sistema di segnalazione della medesima pista di atterraggio subito dopo il disastro; ciò favorisce le speculazioni sul fatto che tale sistema sia stato manomesso per magari ingannare il pilota, sull’effettiva localizzazione della pista. 4- E’ emerso inoltre sempre nel corso delle indagini che il Tupolev Tu 154 fosse dotato di un sistema speciale detto Terrain awareness and warming system (TAWS), in grado di assicurare chi fosse alla sua guida di essere informato se l’apparecchio si stesse troppo approssimando ad ostacoli/terreno. Da qui sembra quindi evidente di come il pilota polacco doveva conoscere perfettamente la sua vicinanza agli alberi e quindi evitarne una possibile collisione, ciò confermerebbe  l’ipotesi di chi sostiene che l’ala sinistra si sia spezzata per un’esplosione avvenuta in maniera ancora del tutto poco chiara e non urtando la vegetazione come ufficialmente riportato. 5- Da numerosi media si è inoltre diffuso che il pilota non fosse in grado di parlare la lingua russa in maniera fluente con i controllori del traffico aereo, tuttavia si apprende invece dai suoi colleghi che avesse un’approfondita e più che adeguata conoscenza di tale lingua.

Questi sono i dubbi, le domande, i fatti su cui numerosi polacchi chiedono una chiara spiegazione, facendo circolare la loro voce tramite forum, blog in internet e per le strade, affinché si arrivi almeno ad istituire una commissione internazionale sull’aviazione.

Se queste sono le circostanze che criticano l’errore umano visto come l’unica causa della strage, quali ne sono invece i motivi? I motivi sono diversi e molti dei quali strettamente connessi con la politica che promuoveva e portava avanti il Presidente della Repubblica Lech  Kaczynski, tanto da essere appellato in più di un’occasione: “l’anticomunista” odiato a Mosca e in Europa. Kaczynski salirà al potere nel 2005, leader del partito ultraconservatore “Legge e giustizia” che si contraddistinguerà per valori come il populismo, nazionalismo, cattolicesimo, anticomunismo ed euroscetticismo. Instaurerà stretti rapporti con la Georgia e l’Ucraina, convinto che una NATO più forte possa scoraggiare la Russia dal riaffermare la propria influenza sull’est-europeo. Inoltre è stato uno dei più fervidi sostenitori dello scudo spaziale in Polonia tanto odiato dai sovietici. Come euroscettico invece, va contro in particolare alla leadership tedesca e non entra nell’eurozona, infatti il governatore della NBP ha posticipato o comunque non ha permesso che la moneta nazionale, lo Zloty, fosse rivalutata rispetto all’attuale tasso di cambio con l’euro. Una scelta che aveva garantito una serie di positive ricadute economiche: aumentando le esportazioni, l’occupazione e l’entrate fiscali nel paese. Da qui  il motivo del rifiuto di Slawomir Skrzypek ex Presidente della NBP per il prestito che il Fondo Monetario Internazionale gli aveva proposto al fronte della crisi economica mondiale. Anzi la Polonia è risultata essere addirittura l’unica nazione a non trovarsi in recessione nella CE con una crescita del PIL pari al 2,7% nel 2010. Altro aspetto da ricordare è la fatica con cui Kaczynski è arrivato solo nell’ottobre del 2009 a ratificare il Trattato di Lisbona, quello che sostituiva la Costituzione europea, bocciata dai referendum francese e olandese nel 2005. Alla base della sua politica interna ed estera, portata avanti emerge, così la sua totale sfiducia nelle capacità dell’Unione Europea di fare veramente fronte ad un possibile risveglio della Russia, soprattutto dopo la rottura dell’asse franco-tedesca e dei tentativi da parte dello stesso Gigante Rosso di reimporre una propria influenza oltre gli Urali: sintomi pienamente percepibili grazie alla sua ripresa dell’Ucraina e del Kirghizistan, alle false speranze legate agli accordi “ Star-1 e Star-2” con gli USA per la riduzione degli armamenti nucleari e al desiderio di un maggiore controllo delle risorse energetiche in Asia Centrale.

Dopo la decimazione dell’intera forza politica, i poteri come previsto dagli ordinamenti governativi polacchi sono passati nelle mani del maresciallo del Sejm, Bronislaw Komorowski che ha anticipato le elezioni presidenziali al 20 Giugno 2010, invece che nel mese di Settembre come già previste e alle quali lo stesso Kaczynski si sarebbe presentato per chiedere di essere rieletto. Diritto e Giustizia il partito dell’ ex presidente della Repubblica così non avrà il suo principale rappresentante e nemmeno il partito dell’Alleanza della Sinistra Democratica, Jerzy Szmajdzinski morto sempre nell’incidente aereo. La fazione che risulta sicuramente avvantaggiata è così, quella a cui appartiene il già candidato Bronislaw Komorowski, Piattaforma Civica e il cui leader è anche già l’attuale primo ministro Donald Tusk. Un partito democristiano, liberal-conservatore e con una forte vocazione europeista tradotto in parole povere cioè: la spina al fianco in meno al potere russo e all’Unione Europea.

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