La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » Società

La piazza virtuale. Social network, tra esigenze espressive e repressive

Scritto da – 5 Settembre 2010 – 18:23Nessun commento

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, inizia così l’articolo 21 della Costituzione italiana, polo attorno al quale ruota la libera informazione dei mezzi di comunicazione di massa. Nessuna autorizzazione, nessuna censura, anche se la storia non racconta sempre questo. Internet in questo senso, sembra aver apportato una vera e propria rivoluzione democratica, la comunicazione si dirama in rete come una grossa ragnatela della quale non si vede bene la fine, ma dentro la quale si viene sicuramente attirati. La libertà di espressione viaggia infatti ad una velocità impressionante sulla frequenza di blog e forum, socialnetwork e chat. Scambiare opinioni non sembra mai essere stato tanto facile nemmeno di persona.

In particolare il blog è uno spazio personale che consente, attraverso la pubblicazione di post in tempo reale, di esprimere la propria opinione sugli argomenti più disparati, non soggetto ad alcun tabù politico, religioso o sessuale.

Tutti possono mettere a disposizione informazioni; internet annulla ruoli e gerarchie e, date queste premesse, sembra quasi impossibile pensare a qualsiasi forma di censura. Il vero problema sembra emergere quando entrano in scena anche i cosiddetti socialnetwork, spazi virtuali all’interno dei quali la condivisione avviene a più livelli, come nel caso di Youtube o Facebook. Cosa fare infatti quando a esser condivisi sono video che offendono la sensibilità e la dignità della persona? O quando il mezzo viene usato da fanatici per istigare alla violenza e all’odio? Questi sono i temi più dibattuti poiché coscienza e protagonismo, si sa, non corrono sullo stesso piano.

Il 5 febbraio 2009 il senatore D’Alia promuove e ottiene l’inserimento di un emendamento  all’interno del “Decreto Sicurezza” da presentare alla Camera, che stabilisce la Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet, oltre che l’oscuramento del sito in caso di mancata cancellazione di contenuti di questo tipo. Il decreto, volto in particolare alla chiusura dei due socialnetwork, finisce così con il coinvolgere anche i commenti presenti su forum e blog in presenza di minacce o altre istigazioni alla violenza. Causa scatenante: la presenza su Facebook di pagine inneggianti a Totò Riina. Ovviamente l’episodio in se, ci vede unanimi contro tali celebrazioni..

Eppure annullare la possibilità di esprimersi anche in termini opposti e contrari al pensiero pubblicato da un altro utente significa porre sotto controllo il web, che è invece nato libero. Una situazione simile si verifica oggi solo in Cina.

“Chiudereste una ferrovia per un graffito sconveniente?” replica il socialnetwork.

Già pochi giorni dopo tuttavia, il deputato Roberto Cassinelli, annuncia sul proprio blog la presentazione di un contro-emendamento e il 29 aprile il decreto viene abrogato. Pericolo scampato per la libertà in rete, ma per quanto riguarda i contenuti il problema rimane.

La Legge Europea è stata definita appositamente per mettere gli hosting providers al riparo dalla responsabilità, a condizione che rimuovano i contenuti illeciti non appena informati della loro esistenza. Come si possono controllare infatti milioni di utenti? E chi e in base a quali criteri può operare una selezione dei contenuti? Recente anche l’approvazione del decreto Romani, la norma che recepisce la direttiva europea sugli audiovisivi e che esclude tuttavia siti internet, blog e motori di ricerca. Internet quindi prevede analisi e interventi diversi, ma la possibilità di introdurre un filtro sembra sempre presente. La soluzione migliore sarebbe una cosciente autogestione, una capacità critica e autocritica per non offendere la sensibilità di nessuno, la segnalazione da parte degli utenti dei contenuti che non tutelano la dignità della persona e di conseguenza, una maggiore complicità tra gestori e utenti. Se viene meno l’autocontrollo il web come lo conosciamo cesserà di esistere. La libertà, si sa, ha sempre un prezzo.

Natasha Turanoi


Forse potrebbe interessarti:

Facebook comments:

Lascia un commento!

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.