Tiziano, l’espressività del colore
Si è appena conclusa a Roma, presso le Scuderie del Quirinale la mostra “Tiziano”, una monografica dedicata al grande pittore veneto. La mostra, che ripercorre la straordinaria carriera di Tiziano Vecellio con opere che abbracciano l’intero arco cronologico dell’attività del maestro, è articolata in due sezioni, la prima comprende le opere di carattere sacro, tra cui L’Annunciazione, Il martirio di San Lorenzo, la Deposizione, insieme ad altre piccole tele di argomento mitologico, come Orfeo ed Euridice. La seconda parte è dedicata prevalentemente alla ritrattistica con l’esposizione di alcune celebri opere di Tiziano, comprendenti i “Ritratti di Stato”, realizzati dal maestro su commissione dei principali personaggi politici della sua epoca, si va dal Ritratto di papa Paolo III Farnese al Ritratto di Carlo V con il cane e altre raffigurazioni di nobili e condottieri; sono state esposte anche le bellissime tele della Maddalena, della Flora, quest’ultima scelta come simbolo della mostra, fino alla famosissima Danae, arrivando alle ultime opere, dalla Punizione di Marsia all’Autoritratto che Tiziano dipinse intorno agli ottanta anni. I ritratti di Tiziano divennero celebri in tutta Europa per l’attenzione riservata dal maestro alla psicologia del soggetto rappresentato, evidenziata da alcuni piccoli particolari; Paolo III, seduto sul trono, ha lo sguardo diretto verso l’osservatore, invece Carlo V, dall’indole malinconica, guarda in lontananza, infine nel suo autoritratto Tiziano si raffigura come un anziano ancora energico e con una personalità molto forte.
L’altra caratteristica è l’uso particolarissimo del colore che lo portò anche a creare nuove tonalità, dal “Rosso Tiziano” al “Biondo Tiziano” e a superare i canoni stilistici del suo tempo, come emerge sia nelle opere giovanili, molto luminose e con colori brillanti, sia nelle ultime opere contrassegnate da una profonda cupezza e da contrasti cromatici sempre più forti, che influenzarono l’arte successiva, dal Barocco al Romanticismo; Tiziano, che attraversò gran parte del Cinquecento, segnò uno spartiacque tra il Rinascimento in cui si formò e l’incipiente Manierismo, annunciando con la sua arte la fine di un’epoca ma anticipando al contempo molte delle correnti stilistiche successive. La mostra, curata dal prof. Giovanni Villa, è l’ultimo capitolo di un ciclo che le Scuderie del Quirinale hanno dedicato ai pittori veneti del Rinascimento, dopo le monografiche dedicate a Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto e Tintoretto, per divulgare la grande tradizione pittorica della Venezia cinquecentesca.
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