La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Ama l’arte; fra tutte le menzogne è ancora quella che mente di meno.

Scritto da – 18 Agosto 2010 – 16:342 commenti

Perché scegliere di studiare Lettere e Filosofia? Non sempre è una scelta consapevole, alle volte è un ripiego, spesso e fortunatamente è una passione. Ma perché? Il titolo dell’articolo è stato preso in prestito da Gustave Flaubert a sostegno delle matricole che hanno scelto di intraprendere gli studi umanistici. Compiendo tali studi si può acquisire una formazione spendibile in qualsiasi campo, che permette di affrontare tutte le problematiche per le quali è insufficiente una preparazione meramente quantitativa e meccanicistica. Le metodologie letterarie, linguistiche, antropologiche, storico – geografiche e storico – artistiche forniscono allo studente qualità utili e conoscenze per costruire una società più dinamica, informata e cosciente, giusta.

Gli studi letterari e umanistici sono presenti nell’Università di Roma “La Sapienza” sin dalla sua fondazione ad opera di papa Bonifacio VIII, nel 1304. Da allora, la Facoltà di Lettere e Filosofia non ha mai smesso di ricoprire una posizione di prestigio, accogliendo personalità di spicco tra i docenti e favorendo la formazione di intellettuali.

Essere studenti a Lettere e Filosofia significa confrontarsi con il mondo, imparare ad avere uno sguardo critico, conseguire una cultura ampia e flessibile.

La centralità della formazione letteraria, lungi dall’aver esaurito il proprio ruolo, riceve un forte impulso dalle esigenze del mondo contemporaneo alle quali risponde con nuove potenzialità.

Facoltà poliedrica e in perenne evoluzione, durante la sua lunga storia ha vissuto molti mutamenti.

Per garantire un più congruo rapporto tra risorse a disposizione e utenza, negli anni Novanta, a seguito della norma sul decongestionamento del ministro Berlinguer, la Facoltà si è divisa nella nuova Facoltà di Lettere Filosofia, la Facoltà di Scienze Umanistiche, Filosofia e Studi Orientali.

Certamente una scelta obbligata, un risultato discutibile, forse; diversificato senza dubbio.

Partendo da un ordinamento tradizionale, tipicamente medievale e legato agli indirizzi politico-culturali della Chiesa romana, passando per il ventennio fascista con la riforma Gentile, vivendo da protagonista le rivolte del ’68 ed altri molteplici tentativi di riforma, la Facoltà oggi si presenta in tutto il suo affascinante e armonico squilibrio.

Il sistema universitario sta affrontando in questo periodo vari problemi. Ad oggi coesistono nelle stesse aule due ordinamenti, due riforme e non poca confusione. Per non parlare della mancanza di fondi e del clima di precariato e sfiducia.

Con l’anno accademico 2009-2010 l’Università “la Sapienza” attua il regolamento in materia di autonomia didattica degli atenei stabilito dal decreto n. 270/04. Rimangono in vigore ordinamenti della riforma Moratti. Pesa come un macigno il DDL Gelmini e l’ombra dell’unico ministro dell’economia alle spalle: Giulio Tremonti.

Abbiamo chiesto al nuovo Preside di Lettere e Filosofia, Franco Piperno, quali sono le novità introdotte dal D.M. 270/04 nella Facoltà. Il Preside si è dimostrato soddisfatto rispetto alla normativa.

La volontà di base di questo decreto è provare a migliorare e rialzare il livello dell’università, cercando di arginare un po’ i vari poteri baronali che hanno portato alla proliferazione, dopo la riforma Berlinguer – Zecchino, di corsi di laurea, insegnamenti e facoltà. Questo lo fa riducendo il numero degli esami, 20 per la triennale e 12 per la specialistica. Impone, inoltre, che per l’apertura di un nuovo corso di laurea almeno un terzo degli insegnamenti devono essere tenuti da professori o ricercatori della facoltà e che questi non possono essere conteggiati più di due volte per gli insegnamenti che svolgono.

Secondo il Preside, la frammentazione dell’offerta formativa ha portato a una totale dequalificazione dell’Università. La diminuzione degli esami è certamente positiva – sostiene – sia per quanto riguarda l’organizzazione degli insegnamenti, sia per la formazione degli studenti, oggi lacunosa e parcellizzata.

Un’altra novità introdotta dal D.M. 270/04 sono stati i test d’ingresso per la verifica delle conoscenze, senza vincolo sul numero di accessi, ma con possibilità di contrarre debiti formativi.

Questa soluzione è ritenuta valida da entrambi i presidi perché aiuta a capire meglio le esigenze dello studente e a migliorare l’offerta didattica. Le difficoltà iniziali di molti iscritti – spiegano i Presidi – sono carenze logico – linguistiche. Alle volte è proprio l’impostazione dello studio o quella dei testi d’esame, a disorientare lo studente. Saper fare un’analisi del testo o saper scrivere correttamente sono requisiti necessari allo studio proposto dalle Facoltà. Allo stesso tempo, questi test, sono prove utili anche per lo studente, che può confrontarsi con il mondo universitario prima di prendere una decisione.

D’altro canto non tutti i risultati sperati sono stati raggiunti, il Preside Franco Piperno afferma che, per quanto riguarda il numero dei corsi di laurea, sarebbe stata necessaria una più coraggiosa diminuzione. Bisogna tener conto che alla Sapienza, l’offerta formativa nel settore umanistico-letterario si sdoppia tra due facoltà: Lettere e Filosofia e la Facoltà di Scienze Umanistiche presieduta dal Prof. Roberto Nicolai.

Entrambi i Presidi si sono mostrati in disaccordo rispetto alla distribuzione dei corsi e alla presenza di dipartimenti in un certo modo sovrapponibili. Per gli studenti la scelta di una Facoltà piuttosto che un’altra non è facile. Ci si ritrova a compiere una selezione senza avere ben chiare le differenze. A tal proposito abbiamo chiesto ai rispettivi presidi di enunciare le peculiarità che contraddistinguono i due poli.

La facoltà di Scienze Umanistiche- spiega il Preside Roberto Nicolai – rappresenta un tentativo di risposta alle questioni scientifiche e culturali aperte con il rinnovamento epistemologico degli anni Settanta. La Facoltà nasce e si distingue da Lettere e Filosofia per una vocazione alle nuove tecnologie. Le grandi innovazioni tecnologiche e telematiche del nostro tempo hanno infatti causato radicali trasformazioni e riarticolazioni delle conoscenze e dei modi del sapere. Il senso umanista al primo posto ma teso all’integrazione europea attraverso una formazione aggiornata alle metodologie più moderne.

Dalla sua, il nuovo Preside di Lettere e Filosofia, ribadisce l’aspetto per lo più teorico e legato alla concezione tradizionale degli studi umanistici. All’atto della divisione- spiega – nella nuova Facoltà di Scienze Umanistiche confluiscono i dipartimenti di Scienze storiche, archeologiche e antropologiche dell’antichità, Teatro e Spettacolo, Lingue e letterature moderne, Linguistica generale e Filologia romanza, mentre Filologia greca e latina, Glottologia, Storia della Musica e Antropologia afferiscono maggioritariamente alla nuova Lettere e Filosofia. Dipartimenti complementari, da una parte, diversi per altri aspetti. Prendiamo ad esempio i dipartimenti dello spettacolo di entrambe le Facoltà; quello di FSU è pensato nell’ottica degli antichi DAMS mentre a Lettere e Filosofia il dipartimento è legato a quello di Italianistica ed ha un’impronta più letteraria. Questa è la differenza. Burocrazia, imposizioni ministeriali e piccoli cavilli, tutto qui. Ma c’è una buona notizia, se fino a poco tempo fa ci sono state tensioni e controversie tra le due facoltà, oggi con la nuovissima presidenza di Franco Piperno e quella di Roberto Nicolai, si prospetta un futuro sereno e di collaborazione. La conflittualità passata è rimossa- ci tengono a precisare entrambi i Presidi – c’è un bel clima d’intesa. Molti protagonisti della scissione non sono più presenti e sotto lo stesso tetto si lavora per ottimizzare le risorse guardando ad un futuro dove l’accorpamento è forse possibile.

In questo clima di serenità abbiamo chiesto ai Presidi un consiglio, un suggerimento a chi ha scelto di studiare Lettere.

Il Preside Franco Piperno esorta gli studenti e in particolare le nuove matricole, ad avere piena fiducia nelle materie studiate. La Facoltà- spiega – si propone come una palestra dove allenare la futura classe dirigente, avviando gli studenti a conseguire, anzitutto, uno sguardo critico e una mentalità aperta. Sapere e pensare, questi sono gli imperativi.

Scegliere Lettere e Filosofia – continua il Preside – è una scelta forte, bisogna avere un oggettivo interesse per quello che si studia. L’università va vista come luogo di ricerca e fonte della didattica; d’altronde il più ricco giacimento dell’Italia è quello culturale.

Dalla sua, il Preside Roberto Nicolai invita gli studenti a seguire passioni e interessi forti, a ponderare la scelta universitaria, data la percentuale degli abbandoni che supera un terzo degli immatricolati. Abbiate curiosità – questo è l’appello – curiosità intellettuale e non una concezione burocratica dell’università. È fondamentale sviluppare un vivo interesse per le materie affrontate e gli esami, non inseguire i crediti come fosse una raccolta punti.

Infine – spiega – frequentare è fondamentale, fatta eccezione per gli studenti lavoratori, chi ha la possibilità non deve lasciarsi sfuggire l’occasione di vivere la Facoltà. Il Preside consiglia di utilizzare a pieno le risorse a disposizione, partecipare attivamente alle iniziative, domandare, chiedere ai docenti, sfruttare la città. Bisogna mettersi in gioco, conclude. Come non essere d’accordo?

Con questi buoni auspici non resta che augurare un buon anno accademico.

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