La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

Leggi l'articolo completo »
Società

immersione esistenziale del tessuto del sociale

Politica

Dagli alti ideali ai bui sottoscala del Parlamento. Spaccato sulla sfera Politica di una Italia in declino

Scuola e Università

Vita tra le mura d’Ateneo: l’orizzonte universitario

Cultura

Arte, Musica, Letteratura. Dalle Humanae Litterae, il pane dell’Anima

Informazione

Dalla televisione alla carta stampata. Le mille sfumature del giornalismo.

Home » Politica

Il flop del “bonus giovani”: un futuro nebbioso ed un grigio presente

Scritto da – 11 Luglio 2014 – 15:122 commenti

Un flop, senza mezzi termini. Da più fronti (quasi tutti a dir la verità) così è stato definito il tanto decantato “bonus giovani”, una delle ultime proposte, dell’ormai defunto governo Letta, ad avere ripercussioni in questo movimentato 2014 (ma ci accompagnerà silenziosamente anche nel cruciale 2015). In tre anni fondi per 794 milioni di euro, e 100 mila posti di lavoro per giovani disoccupati tra i 18 e i 29 anni (con la discriminante che non siano provvisti di diploma di scuola media superiore o professionale o che siano disoccupati da almeno 6 mesi): questo era l’ambizioso obiettivo del governo targato Letta, quando nello scorso agosto presentò il progetto per far ripartire l’impresa made in Italy ed il mercato delle assunzioni under30. Purtroppo per ora possiamo registrare (secondo dati INPS) solo un grande fiasco, perché le domande presentate, fino ad oggi, sono solo 22 mila. Queste sono solamente le domande valide, il numero totale si aggira in realtà attorno alle 28 mila unità, perché secondo il decreto all’iniziale richiesta deve seguire una formale conferma nell’arco di una settimana affinché venga considerata valida la domanda. Resta il fatto che, valide o meno, le richieste ricevute sono state misere. Non è infatti bastato un incentivo sulla retribuzione a convincere gli imprenditori italiani a dare una decisa ripresa all’economia nostrana. Il beneficio per ogni assunto con il bonus è di un terzo della retribuzione (con un tetto fissato a 650 euro al mese) per un massimo di 18 mesi (che diventano 12 nel caso in cui il contratto diventi a tempo indeterminato).

Dal “click day” dello scorso primo ottobre sono stati spesi solo 160 milioni di euro, e il ritmo delle richieste ha subito un costante rallentamento se si pensa che nel solo primo mese le richieste sono state ben 11 mila (quindi circa la metà delle totali fino ad oggi).

Nelle tante aziende italiane a cui si rivolge il progetto, quindi non ha attecchito l’apparente vantaggio di un allargamento del personale per far ripartire l’economia interna, probabilmente perché il (pur coraggioso) bonus da solo può fare ben poco. Nel nostro paese restano infatti primarie altre questioni quando si parla di impresa e di industria: il costo altissimo del lavoro, la montagna di tasse che ogni azienda (o partita IVA) deve sostenere e la mastodontica burocrazia per ottenere autorizzazioni e permessi, la quale in barba a qualsiasi taglio e possibile dieta estiva non accenna a diminuire e a snellirsi. Forse prendendo in considerazione queste questioni, anche il bonus giovani può diventare appetibile, a patto che sia accompagnato da una sostanziosa riforma del lavoro, la quale abbia dei punti fermi e chiari e che sia finalmente condivisa anche dalle parti sociali. Solo allora potremo guardare finalmente con ottimismo a questo flop economico.

Il governo Renzi, in questo fondamentale momento, dovrebbe raccogliere ciò che di buono il governo Letta ha seminato (o meglio ha provato), per proseguire al meglio in quest’apparente e accennata buona politica di riforme per un futuro più sereno all’orizzonte tricolore, lontano dalle grigie nubi dei dubbi e dei numeri in negativo.

Manuel Granata


Forse potrebbe interessarti:

  • No Related Posts

Facebook comments:

2 commenti »

Leave a comment to socividz study

Aggiungi il tuo commento qui sotto, oppure esegui un trackback dal tuo sito. Puoi anche iscriverti a questi commenti via RSS.

Sii gentile, rimani in argomento. Lo spam non sarà tollerato.

È possibile utilizzare questi tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito web supporta i Gravatar. Per ottenere il proprio globally-recognized-avatar, registra un account presso Gravatar.