La comunicazione politica all’epoca dei social, tra disintermediazione e orizzontalità
5 Ottobre 2023 – 17:07 | Nessun commento

E’ fenomeno orami consolidato, da almeno 10 anni a questa parte, il direttissmo comunicativo permesso ai soggetti politici dai social networks. Da questo punto di vista è possibile parlare di un fenomeno di mediatizzazione della politica o webpolitics, che garantisce una diffusione ad una platea straordinariamente più ampia del messaggio politico.La mobile revolution ha reso poi i social media straordinariamente piu’ diffusi e pervasivi, garantendo inoltre l’immediatezza del messaggio politico.In un metaverso che vede archiviata… Read more

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Università e Disabilità: questioni di Etica

Scritto da – 24 Febbraio 2014 – 12:573 commenti

Rispetto alle gravi, scottanti, problematiche che affliggono l’Università Italiana ad oggi, possiamo ancora parlare di aspetti davvero funzionali e funzionanti per questa istituzione così fondamentale e maltrattata? Possiamo difenderne la dignità ? Per più della metà dei disabili che sono iscritti agli atenei italiani la risposta è si, ci dicono alcune fonti ministeriali. Il diritto allo studio, alle pari opportunità e all’abbattimento delle disuguaglianze è da decenni argomento affrontato con grande serietà dal Miur, che in questo senso opera una risposta etica e pronta alle necessità degli studenti portatori di handicap e disabilità. Rari, infatti, sono i casi di mancanze sul piano organizzativo e dell’accessibilità delle strutture, mentre rimane sicuramente più esposto a critiche l’aspetto burocratico, adeguato, purtroppo, agli standard nazionali che ben conosciamo.
Inutile sottolineare la rilevanza e attualità di questo tema di integrazione nel clima di sfiducia che si respira nel nostro paese, dove le questioni etiche sembrano essere tanto sottovalutate, quanto più sono necessarie.

L’impegno istituzionale prende l’avvio con la legge 17 del 28 gennaio 1999, a modifica e integrazione della L.104/92, che emana specifiche direttive agli atenei italiani e stabilisce l’obbligatorietà della figura del Delegato per la Disabilità in ciascuna università. Il Miur, prefiggendosi come obbiettivo l’uniformità di trattamento per gli studenti, articola cinque punti chiave. Il primo è la predisposizione di attrezzature tecniche e sussidi didattici idonei, tra cui l’utilizzo di nuove tecnologie per consentire agli studenti di seguire i corsi a distanza.
In secondo luogo la programmazione di interventi di tutorato specializzato, seguita dalla diversificazione degli ausili necessari a seconda della tipologia dell’handicap, dando per scontato la necessità di avere strutture architettoniche standardizzate e a norma di sicurezza. Il quarto punto consiste nell’inserimento di interpreti per studenti non udenti e di insegnanti, anche a contratto con formazione specialistica. Infine la concessione di esonero totale o parziale dalle tasse di iscrizione e dei contributi universitari.
Gli atenei hanno recepito tali direttive attuando servizi diversi, a seconda delle caratteristiche e delle possibilità a cui hanno accesso.

Un’ulteriore svolta qualitativa avviene nel 2001, con la costituzione della Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità (CNUDD), un organismo di coordinamento cui spetta la rappresentanza della politica e attività delle Università Italiane, i cui fini sono consentire lo scambio di informazioni, esperienze e procedure, oltre che il monitoraggio e l’adeguamento.
I rappresentanti, Prof. Edoardo Arslan, Università di Padova, Prof. de Anna IUSM-Roma e consulente scientifico per gli adempimenti connessi alle attività rivolte agli studenti disabili di Roma TRE, Prof. Cupidi, Università di Palermo, hanno poi ottenuto la massima cooperazione da un altro ente significativo la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). La varietà delle iniziative così coordinate è, dunque, davvero notevole e diviene una ricchezza rispetto al dato Istat indicante un aumento del numero di disabili tra la popolazione studentesca negli atenei.

Come ormai è di uso comune, esistono graduatorie e liste di eccellenza e demerito un po’ per tutto. Sull’argomento il “Sole 24 Ore” attribuisce il primato a tre università settentrionali: Il Politecnico di Milano, seguito dal Politecnico di Torino e dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Maggiormente carenti rimangono le università del Sud, l’Università Parthenope e l’Orientale di Napoli e l’Università del Salento, in fondo alla classifica. Un divario questo, all’interno del Paese, che non ci è nuovo, ma continua ad indignare.

Proviamo ad immedesimarci in un ragazzo od una ragazza disabili, soffermiamoci sulla frustrazione che potremmo provare nell’impossibilità di superare una barriera architettonica all’ingresso di un’aula o uno spazio comune, affrontare un esame senza poter esplicare le difficoltà e i limiti della nostra condizione. Pensiamo di non poter prendere appunti, ascoltare una lezione, muoverci autonomamente lungo i percorsi dell’ateneo. Solo calandoci nel ruolo di chi ha un handicap possiamo intuire l’importanza che questo argomento riveste nell’esperienza quotidiana della vita delle persone e di una comunità. Considerando lo scenario complessivo fin qui descritto, anche senza facili e prosaici moralismi, capiamo bene come la risposta efficiente ed efficace delle istituzioni sia tema in primo luogo etico. Un’etica finalmente applicata, approfondita dal costante lavoro del CNUDD, che cerca spazio nell’esperienza culturale , lavorativa e personale. A tutela del compito formativo delle università e dei diritti di chi studia, a tutela delle disuguaglianze. L’augurio è che questo segnale di civiltà non rimanga isolato, ma entusiasmi, venga preso ad esempio e qualcosa possa cambiare per i tanti luoghi d’ombra dell’Università Italiana.

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