Natale, la magia della crisi
La crisi economica degli ultimi tempi pesa sulle spalle della gente, in questo fine 2011, le luci, le decorazioni, il senso di festività natalizia, sembrano non arrivare. Gli stessi commercianti lo ammettono e si reputano i primi a non avere l’animo predisposto verso il consumo del cliente, che si sa sotto le festività cresce per la gioia delle loro tasche. Mi capita così mentre cammino tra i negozi di ripensare a ciò che provavo da bambina, quando si avvicinava questo periodo e sentivo un’emozione che era un misto tra trepidazione, allegria e gioia. Se ora invece osservo la mia immagine riflessa su qualche vetrina, vicina al manichino di turno, un senso di disagio mi prende. La sua perfezione vestita di tutto punto, con gli ultimi abiti alla moda, quasi mi sfidano nel senso di vuoto che provo nel non desiderarli. E mi domando: è questo l’epilogo della società del benessere? Avere tutto, anche il superfluo in duplice copia ma sentirsi sempre insoddisfatti, sempre spinti a possedere ciò che non ci serve per il semplice gusto di accumulare dentro case che traboccano di oggetti e che dopo un po’ o si buttano o si lasciano marcire in qualche ripostiglio o se si è fortunati si riciclano? Perché in fondo la verità è che usiamo sempre e solo le stesse cose, quelle che preferiamo, che abbiamo fatto con le nostre mani, che ci legano ad un sentimento o che siamo stati semplicemente obbligati ad usare. Ho fatto un conto di quanti oggetti sono riuscita veramente a logorare nella mia vita e che ne richiedevano un’effettiva sostituzione: una manciata! Il resto buttato perché passato di moda.
Siamo diventati cioè, una cultura che produce e acquista solo sotto il principio della novità, del più “fashion”, del “io ho il modello nuovo e tu?”. E tu?
Io non ho più la gioia del Natale, al posto della trepidazione mi viene l’ansia perché anche sotto la crisi, l’economia dello shopping detta legge e ci fa sentire inadeguati, frustati, umiliati se non possiamo più riempire i carrelli delle solite cianfrusaglie. E’ proprio vero che non è più la politica con suoi buoni principi costituzionali che ci guida nelle scelte in generale, ma un regime finanziario con i fiocchi. Il quale subdolo com’è ci ha assuefatto a lui con il tempo, con calma, con la scusa del libero mercato e ora indisturbato si siede in ogni parlamento, su ogni trono, su ogni materia prima da plasmare a nuova merce.
Cosa regalerò quindi questo natale? Un pensiero, che non è di nessuna casa editrice importante, che non ha marchi pubblicitari dietro, “Muccini” pronti a farci sopra un film, con attori che ci insegnano cosa sia la felicità scritta sui loro copioni. Regalerò un pensiero, inventato da gente comune, che crea solo perché lo sente di fare. Gente che si adopera quindi, non per venderti un prodotto ma per regalarti un motivo di emozionarti ancora. Quello che voglio dirvi, quando sceglierete che doni mettere sotto l’albero per il 25 dicembre, é quello di prendere oggetti fatti con la passione, fatti da artigiani, non da macchine industriali e con un valore speculativo dietro. Comprate ciò che ci rende imprenditori della nostra vita e non ingranaggi precari del sistema. La crisi che ci ha colpito si risolve anche così, con i valori umani come ingrediente principale della fabbricazione, in un’economia che permetta veramente a tutti di entrare, libera significa proprio questo e se la realtà non è così dobbiamo renderla tale, spread o senza spread.
Consiglio come esempio, questa raccolta di racconti natalizi: “Gente che scrive a…NATALE!”- AA.VV. il cui ricavato andrà all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Scritta da 14 autori sparpagliati su tutta l’Italia e che si sono conosciuti e organizzati solo tramite l’utilizzo della rete; emettendo zero gas di scarico e zero sprechi cartacei, grazie alla casa editrice online Lulu (www.lulu.com), che stampa solo quello che si ordina tramite la sua vetrina su internet. E cosa importante permette anche a persone non famose di poter pubblicare una propria opera. Per la continua circolazione delle idee.
[…] La crisi economica degli ultimi tempi pesa sulle spalle della gente, in questo fine 2011, le luci, le decorazioni, il senso di festività natalizia, sembrano non arrivare. Gli stessi commercianti lo ammettono e si reputano i primi a non avere l’animo predisposto verso il consumo del cliente, che si sa sotto le festività cresce per la gioia delle loro tasche. Mi capita così mentre cammino tra i negozi di ripensare a ciò che provavo da bambina, quando si avvicinava questo periodo e sentivo un’emozione che era un misto tra trepidazione,. […] Leggi l'articolo completo su Orizzonte Universitario […]